Inceneritore, «black out» dei dati
Pastore: «Non si sa quante diossine siano uscite. È un fatto grave». A2A replica: «ad aprile diossine cento volte inferiori ai limiti di legge»
Quante diossine siano uscite dal camino dell’inceneritore nell’incidente – con relativa fumata nera – del 27 aprile scorso non è dato a sapere. Il motivo? Per tutto il mese di aprile il campionatore automatico dei fumi installato sulla linea 3 non era funzionante. Lo scrive nero su bianco l’Arpa nella relazione stilata dopo il controllo all’impianto di via Codignole. Per ben trenta giorni non è possibile sapere cosa sia uscito dal camino del termoutilizzatore di A2A.
«Un fatto grave che non si siano accorti per un mese del mancato funzionamento del campionamento – stigmatizza Maria Luisa Pastore, direttrice dell’Arpa Brescia – . Un fatto grave visto che si tratta del più importante impianto in Italia». A2A si è giustificata inviando all’Arpa una dichiarazione del costruttore dello strumento di campionamento in continuo, con il quale ha comunicato un malfunzionamento della memoria interna del sistema «che non ha più salvato i dati di campionamento a partire dal 6 aprile» sostenendo che «il malfunzionamento della memoria interna non ha comportato nessuna variazione nel funzionamento del sistema Decs che ha continuato comunque a campionare». E hanno fornito una simulazione delle emissioni, in base ai dati storici, secondo la quale tutti i parametri di legge sarebbe comunque ampiamente rispettati.
Le altre criticità rilevate da Arpa
Questa non è l’unica criticità ravvisata dagli ispettori Arpa. Le serrande che in caso di guasto devono impedire ai fumi inquinanti di «tornare indietro» dalla presa d’aria del ventilatore, bypassando l’impianto di abbattimento, non erano ancora in funzione. «Nessuna irregolarità in questo caso – aggiunge la Pastore – visto che come prescritto dalla Regione, A2A ha tempo fino al 30 settembre per la loro completa installazione». La ditta ha comunicato l’entrata in funzione delle serrande il 6 maggio per le linee 1 e 2 e il 29 maggio per la linea 3. È chiaro perché sia uscito fumo nero: durante il black out del 27 aprile le emissioni dei rifiuti combusti sono usciti tal quali nel cielo di Brescia, anche se per soli 10 minuti. Arpa ha quindi avanzato alla Regione la richiesta di misurazioni più puntuali, con una strumentazione più adeguata. Non solo. «Le emissioni delle diossine devono essere campionate in continuo sempre – chiude la Pastore – anche nelle fasi di avvio, spegnimento o guasto dell’impianto». Oggi non è così. Eppure la nuova normativa regionale (decreto di giunta 3019 del 2012) lo prevede. In quanto ai mancati controlli sulle emissioni della linea 3 per un intero mese l’Arpa sta valutando una segnalazione alla Procura. In fase di valutazione anche una nuova campagna di carotaggi dei terreni intorno all’impianto, per confrontare i dati con quelli del 1996, due anni prima dell’accensione del tu.
Replica A2A: «ad aprile diossine 100 volte inferiori ai limiti»
Non tarda ad arrivare la risposta di A2A, che in una nota stampa precisa che «Le diossine emesse dalla linea 3, nel mese di aprile, sono meno di un centesimo del limite di legge ed in linea con il normale funzionamento dell’impianto. L’elevata tecnologia con cui è stato realizzato il termoutilizzatore di Brescia, consente di garantire correttamente il funzionamento dell’impianto anche a fronte di singolo guasto di un’apparecchiatura». A2A smentisce il rapporto Arpa sostenendo che «il campionatore di diossine della linea 3 ha correttamente prelevato, nel mese di aprile, il campione di diossine da sottoporre all’analisi periodica» e che «il malfunzionamento della memoria interna del campionatore non ha inficiato la possibilità di valutare l’emissione delle diossine». A2A precisa che nel frattempo «sono stati completati tutti gli interventi previsti dall’AIA per migliorare ulteriormente il funzionamento dell’impianto anche in presenza di eventuali anomalie».