Il caso del pirogassificatore di Orsago, l’ennesimo elogio alla follia
Il Comitato no pirogassificatore Orsago da oltre un anno, sta combattendo contro la costruzione di un pirogassificatore insieme ai 72 cittadini che si sono costituiti in giudizio, per far rispettare il diritto alla propria salute, a non vedere svalutate le proprie case,i propri terreni, le colture e a poter vivere in un ambiente sano, come qualunque cittadino Veneto onesto che paga le tasse e vota in fiducia, coloro che dovrebbero garantire tali diritti.
Di fatto, dopo l’ordinanza di sospensione del Tar. il Comitato no pirogassificatore Orsago, insieme a circa un centinaio di cittadini di Orsago, Cordignano e Godega , hanno dato mandato all’Avvocato Cadalt per difendere le ragioni del Comune, intervenendo a sostegno dello stesso al Consiglio di Stato”.
Il Comitato preoccupato dalla scadenza dei termini dettati da tempistica probabilmente strettissima, dopo la sospensione data dal Tar al diniego del Comune di Orsago della Pas per la costruzione del Pirogassificatore, si auspica che il Comune preventivamente possa e debba agire al riguardo.
Il pirogassificatore in oggetto, dovrebbe essere costruito in un campo ad uso prettamente agricolo e quindi non industriale, fronte zona residenziale, dove l’accesso è costituito da una strada stretta che in alcuni tratti non permette il passaggio in contemporanea di due auto.
L’area si trova a confine di tre Comuni, con nelle vicinanze ( 400 m. circa ) una centrale a GPL.
Nel Piano di Emergenza della Prefettura di Treviso (Piano di emergenza esterna PEE definitivo per lo stabilimento industriale a rischio di incidente rilevante Liquigas spa sito in Comune di Cordignano (TV) ), l’intera area, residenziale e agricola di via Camparnei è inserita come zona a rischio esplosione in caso di fuga di gas.
Da sottolineare il fatto che la ditta Liquigas spa, è inserita nella Direttiva Seveso nella documentazione del piano territoriale coordinamento provinciale
In più il terreno dove è posizionato il cantiere del pirogassificatore, è incluso nel piano di tutela delle acque della Regione Veneto ‘’ come alta pianura – Zona ricarica acquiferi, poiché si trova sopra le ricariche delle risorgive.
Inoltre, in base al regolamento comunale “PER LA DISCIPLINA DEGLI IMPIANTI ALIMENTATI DA BIOMASSA – BIOGAS – DIGESTATI” approvato dal comune di Orsago con delibera consiliare n. 13 del 7 Aprile 2017, l’impianto in questione non può e non potrà essere assolutamente costruito in via Camparnei, dato che il Comitato ritiene che questo regolamento essendo legittimamente in vigore, doveva e deve essere applicato senza se e senza ma”.
Sempre a 400m. circa dal pirogassificatore, insiste un attività insalubre di prima classe attività che con l’emissione di fumi, costringe molto spesso, i cittadini di via Camparnei e non solo, a vivere tenendo chiuse le finestre per il fumo e odori acri.
E’ molto probabile che se non dovessero essere presi adeguati ed urgenti provvedimenti
l’ Italia sarà pesantemente sanzionata dall’ Unione Europea, dato che la pianura Padana è la quinta zona al mondo più inquinata e che l’Italia è stata richiamata più volte dalla stessa Unione Europea per l’alto e grave tasso di inquinamento atmosferico presente nell’aria che respiriamo.
Ora ci si chiede: ma ancora quante centrali a biomassa e quante altre attività insalubri di prima classe, altamente inquinanti, la Regione Veneto intende autorizzare( vedi DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE n. 38 del 2 maggio 2013 ) e la Nazione Italiana( vedi DECRETO LEGISLATIVO 29 dicembre 2003 n. 387 ) ha intenzione di continuare ad incentivare?
Quante sostanze tossiche un corpo umano può assimilare senza ammalarsi?
Quanto la nostra agricoltura e viticoltura è sana?