Dossier inceneritore, i rischi effettivi per la salute

Dossier inceneritore, i rischi effettivi per la salute: i dati diffusi dallo stesso gestore.

Il Comitato Modena Salute e Ambiente, uno dei protagonisti della opposizione al raddoppio dell’inceneritore, ha realizzato per la Pressa un dossier dettagliato che fotografa attraverso le cifre diffuse dal gestore stesso (Hera) la situazione dell’impianto modenese che brucia ogni anno oltre 200mila tonnellate di rifiuti. Un quadro che contribuisce al dibattito sul tema-rifiuti, sulle sue ricadute ambientali ed economiche, e che racconta di come Modena sia diventata negli anni uno dei poli dell’incenerimento in Italia.

Si tratta, come già detto, un resoconto effettuato da una delle parti in causa (anche se i dati sono diffusi direttamente da Hera e quindi non smentibili), ovviamente qualora Hera o altri soggetti interessati volessero replicare, La Pressa ospiterà ogni intervento. 

PER ORA HERA NON HA VOLUTO COMMENTARE

Gli effetti sulla salute dell’inceneritore sono un tema delicato.

Come già scritto all’inizio, sappiamo bene che ci  sono persone dietro a queste parole e numeri, con tutto quanto ne può conseguire in termini di loro sensibilità, dispiaceri, storie difficili. Scriveremo con il massimo rispetto.  Ricordiamo inoltre che questi citati non sono documenti nostri e riguardano espressamente il raddoppio dell’inceneritore di Modena, in particolare il percorso autorizzativo di Salute Pubblica. Quanto segue va letto nel linguaggio “tecnico” degli operatori  di settore, tocca ai politici decidere se il tutto è umanamente e socialmente sostenibile pur di avere il raddoppio dell’inceneritore.

2003 dicembre SIA Post Operam  per la  Salute Pubblica non si fanno previsioni  In altre capitoli del SIA si fanno previsioni sul post operam, ad esempio per le emissioni, verificando l’esistente e cercando sulla base dei dati forniti di prevedere cosa uscirà del camino. Invece per la Salute Pubblica si propone nel SIA confermata nella VIA una indagine epidemiologica negli anni dal 2003 al 2011, in modo da avere un report 4 anni prima, nel 2007 parte il raddoppio, e 4 anni dopo il raddoppio.  Una delle “caratteristiche” di una qualsiasi indagine epidemiologica è che arriva dopo l’evento, quindi dopo l’eventuale danno. Siccome parliamo di potenziali danni a persone,  si arriverebbe con i risultati della indagine dopo tali eventuali danni. Lo scopo è cercare un possibile rapporto causa effetto tra emissioni dell’inceneritore di Modena e la salute. Su che problemi  di salute indagare?

Nell’immaginario collettivo si associano gli inceneritori ai tumori, ma questi hanno lo ‘svantaggio’ di necessitare di 20-30 anni tra la esposizione e la manifestazione clinica.  Quindi non verranno indagati i tumori, nonostante la presenza del Registro Tumori Modena con dati dal 1988.

Vedi documento SIA sotto. Tragica riprova del “ritardo causa effetto” la abbiamo con il caso amianto dove purtroppo ci si ammala ancora di mesiotelioma pleurico anche dopo decenni dalla chiusura delle fabbriche. Una sorta di tristissima bomba a orologeria sanitaria. Si scelgono le malformazioni alla nascita, perché i nascituri hanno “…un vantaggio fondamentale rispetto alla valutazione del rischio tumorale: è in grado di stimare in tempi brevi i possibili effetti tossici di una esposizione ambientale semplice o complessa…” (testuale dal SIA).

Questa è una sintesi della proposta di indagine epidemiologia fatta da META nel SIA

2004 – marzo – ottobre VIA Questa pagina contiene il recepimento nella VIAdella proposta di indagine epidemiologica del SIA, che viene sostanzialmente accettata,  indicando alcune messe a punto opreative: tipologia di patologie (malformati e aborti spontanei !), data di indagine, area di indagine, come già scritto portata a 2 km… (Il tema è trattato anche in altre parti della VIA, ma il contenuto è sostanzialmente lo stesso).

Invitiamo i lettori a leggere completamente entrambe le pagine di SIA e VIA e, volendo, anche gli interi documenti.

Riassumiamo le caratteristiche della indagine epidemiologica.

– Verranno scelti per la verifica di inquinamento dell’inceneritore gli elementi più sensibili del genere umano:; i nascituri nel grembo materno delle residenti e delle lavoratrici nella zona esposta!  Sostanzialmente si contano le malformazioni gravi alla nasciata ( rischio teratogeno) e gli aborti spontaneiI nascituri sono talmente sensibili all’ambiente inquinato da risentirne subito,  generando nel caso  (Dio non voglia) eccessi di malformazioni alla nascita, che purtroppo condizioneranno la vita di questi e delle loro famiglie.

– Il tutto dal 2003 al 2011. Cioè 4 anni prima e 4 anni dopo il raddoppio, allora ipotizzato finito nel 2007. Quindi prima lasciamo fare il raddoppio (2007), poi lo facciamo andare per 4 anni (2011) per sapere, a rischio dei nascituri ( per quanto basso), se impatta o no!  Ma Signori Decisori Politici: siamo sicuri di volere tutto questo? Tutto normale ?  Assolutamente NO! Tutto vero e possibile da punto di vista “epidemiologico” se si  vuol mettere su un piano “quantitativo” la ricerca di impatto sulla salute.  Ma ci sono persone in ballo! Invece quando si parla di salute pubblica  crediamo che si debba stare su un piano “qualitativo” ovvero con qualsiasi rischio superiore a zero si debba bloccare tutto e ripensarci.  Basterebbe essere coerenti con i concetti di prevenzione e massima precauzione  tante volte proclamati. Ad esempio : chi e come avvertirà le residenti e le lavoratrici nella area esposta che alla bella notizia di una nuova vita in arrivo si diventa involontario oggetto di una ricerca di questo tipo sul nascituro solo perché si vive e/o lavora in una “area esposta”?  (a proposito: dai  Sindacati dei lavoratori non ricordiamo interventi in merito).  E’ giusto inserire nella vita di tante persone parole come “patologie malformative” “tasso di aborività spontanea” “popolazione esposta”  ecc. (parole prese dalla VIA) pur di fare il raddoppio di un impanto del genere?  Perché stiamo parlando di vite umane e non di fiori o luci nel parco.  Vite umane che la politica stessa cerca di salvaguardare  con ampi  programmi di screeenig, prevenzione… Queste condizioni poste dalla indagine epidemiologica non sono più di sola pertinenza dei ricercatori ma della politica tutta che deve assumersi la sue responsabiltà nel (non) proseguire il raddoppio.

In tutto questo dibattere di malformazioni, aborti e altri problemi è assordante il silenzio della politica e delle parti sociali, a parte l’Ordine dei Medici di Modena nel 2006 e Ordine dei Medici Emilia R. nel 2007. Ci sarebbe altro ma il Comitato MSA si ferma qua e chiude mettendo di nuovo in rilevo le enormi contraddizioni della politica tra i proclami di prevenzione e cura della salute, e quanto poi accade nella realtà quando un impianto “deve” essere fatto.

Domanda di chiusura: a quale progetto/soggetto,  es. fonderia, cementificio, zincatura, ecc. sarebbe consentito costruire un impanto con questi impatti ambientali e di salute?

Comitato Modena Salute Ambiente

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