Prezzo rame dicembre 2018, ecco perché sta crollando e quali sono le previsioni rame
Perché il prezzo del rame è crollato, e che cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro.
Nel corso della scorsa settimana la quotazione del rame ha subito un repentino calo: colpa (o merito, se avete speculato con posizioni short!) delle preoccupazioni per un eccesso di offerta e per quanto sta avvenendo sul mercato dei futures. Ma il prezzo rame a dicembre 2018 sarà destinato a seguire un trend calante? O le previsioni rame sono più incoraggianti di quanto in realtà possa oggi sembrare?
Prezzo rame: cause del crollo
Nella scorsa settimana le quotazioni del rame sono state protagoniste della flessione giornaliera più grave degli ultimi due anni: un chiaro segnale sul fatto che la fiducia che il mercato sta riponendo in questa materia prima è probabilmente in fase di esaurimento, con uno scenario in formazione che potenzialmente sarà in grado di condizionare le prospettive future.
Ma per quali motivi il rame è crollato? E cosa succederà in futuro?
Un primo motivo è certamente legato al fatto che il rame vive in una condizione di eccesso di offerta, con le sue scorte che rimangono fortemente elevate, anche dopo le interruzioni nell’approvvigionamento delle miniere in Cile e in Indonesia, avvenute all’inizio dell’esercizio.
Un secondo motivo è legato alle mosse cinesi: la crescita a livello mondiale è certamente stato uno dei driver fondamentali per i metalli industriali nel corso del 2017, ma stanno crescendo i timori per lo scoppio di una bolla speculativa nel real estate cinese.
Un terzo motivo è invece legato alla situazione a Shanghai, nel mercato dei futures. Il sell-off del rame è infatti almeno in parte determinato dal timore per un vasto posizionamento long che si è accumulato sui contratti presso lo SFE negli ultimi mesi.
Previsioni rame 2018
Ma che cosa accadrà alle previsioni rame per il 2018? Il calo è destinato a proseguire o assisteremo a una ripresa delle quotazioni?
Analizzando i tre motivi di cui sopra, l’incertezza è ovviamente sovraordinante. I timori sull’eccesso di offerta sono ben ragionevoli, ma forse eccessivi (così come il timore per la bolla speculativa sul mercato immobiliare in Cina, con i premi per la consegna fisica che coprono il costo della spedizione del rame già limitati per l’anno, suggerendo così che le necessità di acquisto del Paese non sono in grado di compensare l’offerta.
Un discorso a parte è invece legato alla situazione sul mercato dei futures di Shanghai. Gli investitori si stanno domandando come e quando le posizioni saranno chiuse, e i trader sono sempre più cauti nell’aprire le proprie scommesse rialziste. L’impressione è che la pressione sul prezzo del rame (al ribasso) possa proseguire ancora per un po’, almeno limitatamente la breve termine.
Dunque, da qui alla fine dell’anno non sono esclusi nuovi ribassi nelle quotazioni del rame, ma se il mercato si renderà conto che il posizionamento del rame è stato ridimensionato in modo significativo rispetto alle attese, allora la pressione al ribasso potrebbe diminuire, lasciando per il 2018 uno spazio a una ripresa delle quotazioni.