Termoutilizzatore, rifiuti illegali da Lucca ad A2A

Fra il 2013 e il 2014 hanno conferito al termoutilizzatore A2A di Brescia ottomila tonnellate di «pulper» (rifiuti della lavorazione delle cartiere) irregolare. Sapevano infatti che «si trattava di rifiuti non idonei allo scopo in quanto di consistenza umida, con elevata presenza di acqua tale da non renderli compatibili con tale ciclo di recupero».

Una truffa che ha permesso loro di conseguire ingiusto profitto per almeno un milione di euro. C’è anche un filone bresciano nell’ampia inchiesta della Dda di Firenze che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di sei persone per traffico illecito di rifiuti.

Un giro nato attorno all’attività delle cartiere toscane Lucart e Pieretti e dell’azienda di smaltimento rifiuti 3FEcologia. L’organizzazione – secondo l’accusa – certificava come inerte e recuperabile del materiale di scarto della produzione di polpa da carta e cartone che in realtà poteva contenere livelli troppo alti di idrocarburi e di metalli(conferendolo quindi a discariche toscane in modo illecito) o presentare livelli di umidità eccessivi (portandolo nei termoutilizzatori di Brescia e Terni pur sapendo che aveva un potere calorico insufficiente).

L’interesse dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze nasce dal fatto che, secondo gli investigatori, la movimentazione dei rifiuti era affidata spesso a ditte di trasporto vicine al clan dei Casalesi. Per quanto riguarda il termoutilizzatore A2A di Brescia, il pulper conferito è stato nel 2013 pari a 7.700 tonnellate, un quantitativo verticalmente sceso poi a quota 374 nel corso del 2014. Sintetica la replica di A2A Ambiente: «Qualora dovessero essere confermate le responsabilità che hanno portato all’emissione dell’Ordinanza, adotteremo, in quanto parte lesa, ogni azione per la tutela dei nostri diritti. Riponiamo la massima fiducia nell’operato della magistratura».

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