Pirogassificatore, per l’Osservatorio devono far riflettere gli studi di Biggeri
Dopo la presa di posizione del movimento La Libellula, circa l’incontro di lunedì scorso a Fornaci, interviene anche l’“Osservatorio della sanità della Valle del Serchio”. Lo fa con questo comunicato:
“A seguito dell’interessante incontro promosso dal Movimento La Libellula ed avente ad oggetto il progetto in studio presso KME di Fornaci di Barga relativo al pirogassificatore vorremmo fare alcune riflessioni. Quello che ci preme maggiormente sottolineare è la situazione epidemiologica esposta dal Prof. Annibale Biggeri durante l’incontro, situazione che ben conoscevamo proprio per aver approfondito in passato lo studio oggetto della sua esposizione. Biggeri ha affermato alcune cose molto importanti che forse, anche guardando a quello di cui si sta parlando sui social, sono passate in secondo piano schiacciate dallo scontro tra KME e lavoratori della KME da una parte ed ambientalisti e persone che hanno a cuore l’ambiente e la salute dall’altra. Un vero peccato perché queste argomentazioni non sono da tenere così in scarsa considerazione.
Primo punto: la Mediavalle del Serchio e con questa Barga soffre di un numero maggiore di malati oncologici e cardiologici (per lo più) ben più alto della media della Regione Toscana, ed uno tra i più alti in Italia.
Secondo punto: le nostre zone hanno subito un processo di industrializzazione particolarmente importante e ben maggiore rispetto ad altre zone della Toscana.
Terzo punto: c’è una scontata relazione tra la presenza di inquinanti nell’aria e la presenza di malattie.
Oltre a questo occorre rendere noto che come Osservatorio abbiamo denunciato all’Amministrazione Comunale di Barga , compiendo una triste mappatura, il numero sempre crescente di ammalati e deceduti a Barga con particolare riferimento alla zona del Piangrande e a quella vicina all’ospedale. Persone purtroppo spesso giovani e affette da malattie autoimmuni o da tumore o da malattie cardiovascolari.
Alla luce di tutto questo ci permettiamo di sottolineare che pur probabilmente non avendo sforato alcun limite di legge, quello stesso limite a cui si è più volte appellato anche l’ AD di KME durante l’incontro, la situazione nelle nostre zone è anomala e preoccupante ed è pertanto necessario, a nostro parere, scongiurare qualsiasi possibilità che nuove emissioni vadano ad aggiungersi a quelle esistenti.
Di quali altre evidenze abbiamo bisogno, di fronte ai dati di Biggeri e al nostro riscontro quotidiano, per poter sostenere con ragionevole certezza che la situazione è già grave e non deve essere ulteriormente aggravata?
Noi non sappiamo se in altre parti d’ Europa gli inceneritori funzionino o che impatto abbiano sull’ambiente ma conosciamo molto bene la nostra Valle, un posto bellissimo ma affetto da due problemi: scarsa ventilazione e fenomeno dell’inversione termica che tradotto significa lasciare per lungo tempo nell’aria gli inquinanti emessi dalle fabbriche, cosa che forse (ma diciamo forse) in altre zone d’ Europa, dove sono stati costruiti impianti di questo tipo, non avviene. Naturalmente, essendo già oggi il problema esistente, non possiamo aspettare domani per porre rimedio a questa situazione. Pertanto pur accogliendo con soddisfazione la notizia dell’installazione di centraline in grado di testare la qualità dell’aria, chiediamo ancora all’Amministrazione Comunale di porre in essere tutto quanto in suo potere per capire il motivo del numero crescente di morti e di malattie che affliggono la nostra zona anche considerando i pochi strumenti ormai rimasti a disposizione per poter essere adeguatamente curati. Aumento di malattie e tagli alla sanità sono un cocktail letale che non vogliamo più bere, vogliamo tornare a vivere e a respirare senza paura.
Ci rivolgiamo anche alla cittadinanza tutta affinché vigili su questa situazione. E’ ora di abbandonare l’idea che il lavoro viene prima di tutto. Il lavoro è importante e va difeso, ma prima di tutto deve essere salvaguardata l’integrità fisica dei lavoratori, ( e non solo ) che molto sovente invece passa in secondo piano rispetto agli interessi e al profitto.
L’altare del lavoro non ha bisogno di altri sacrifici. Le morti sul lavoro e/o per il lavoro sono troppe da ormai molti anni”