Ampliamento Ds Smith, Legambiente lancia l’allarme
Mercoledì, 07 Febbraio 2018 16:05
Il timore è che aumentino smog e rumore. Il progetto di ampliamento della Ds Smith preoccupa Legambiente Capannori e Piana lucchese che riporta al centro la questione dell’azienda di Porcari, in attesa della Conferenza di Servizi che si svolgerà domani (8 febbraio) in Regione, dove gli enti competenti decideranno sul rilascio dell’autorizzazione unica per installare la terza linea di produzione. Il progetto della multinazionale, sostengono gli ambientalisti, prevede il raddoppio circa della capacità produttiva (per un totale di 700 mila tonnellate all’anno di carta per ondulatori), ma anche l’incremento consistente dei prelievi di acqua dolce (+34%), degli scarichi idrici e degli scarti di pulper. Il tutto sembra destinato ad avvenire senza alcun incremento dei posti di lavoro. “L’aspetto che più preoccupa, tuttavia – si spiega – è l’aumento dei valori di pm10 ed inquinanti emessi in atmosfera, che, secondo le previsioni, saranno pressoché duplicate rispetto allo stato attuale per effetto del traffico indotto: 115 mezzi pesanti in più al giorno che troveranno ingresso nell’azienda, per un totale di quarantamila tir all’anno. Un duro colpo per un territorio come la Piana di Lucca già messo in ginocchio da un’aria sempre più malata”.
“Il progetto di ampliamento, che pure comporta migliorie in termini di innovazione tecnologica – afferma il presidente Giordano Del Chiaro – presenta aspetti di forte criticità quanto ai prelievi di acqua dolce ed alle emissioni di particolato fine in atmosfera: aspetti che devono essere chiariti ed integrati dall’azienda. Chiediamo con forza ai Comuni coinvolti di imporre il rispetto delle norme del Pac a tutela della qualità dell’aria: nel caso sia concessa l’autorizzazione, la cartiera dovrà compensare le maggiori emissioni con azioni di mitigazione a beneficio di tutta la comunità”.
Una linea che sembra condivisa dai Comuni interessati, Porcari e Capannori, disponibili al dialogo e all’ascolto delle istanze dell’associazione dal cigno verde, ma che dovrà essere fatta valere con forza in Regione durante la Conferenza di Servizi.
L’azienda – si legge nel progetto sottoposto a Via – avrà bisogno di 720.000 metri cubi di acqua in più ogni anno, che prevede di prelevare dai torrenti superficiali ed in particolare dal torrente Fossa Nova. Il rio tuttavia è spesso asciutto nel periodo estivo e “rimane, dunque, l’interrogativo su come sia possibile non ricorrere al prelievo dalla falda – circostanza esclusa dall’azienda – in una zona già soggetta al fenomeno della subsidenza”, osserva Legambiente.
In particolare Legambiente incalza sul rispetto del Pac (piano d’azione comunale), documento sottoscritto dalle amministrazioni della piana di Lucca per riuscire ad arginare gli effetti dannosi dell’inquinamento dell’aria e ridurre i valori di pm10, che anche durante quest’inverno non sembrano dar tregua con gli attuali 46 superamenti del valore di allerta da inizio novembre.
Il Pac prevede che, nei procedimenti di autorizzazione ambientale, i Comuni aderenti debbano chiedere alle aziende un piano di azioni concrete che consenta la riduzione delle emissioni inquinanti nel territorio di riferimento paragonabili alle maggiori emissioni derivanti dal nuovo impianto.
“Non è nostra intenzione ostacolare le imprese che vogliano investire in territorio lucchese – afferma la direttrice Maria Cristina Nanni -, soprattutto se intendono migliorare le tecnologie impiegate, ma pretendiamo il rispetto delle norme ambientali in tema di qualità dell’aria. I Comuni devono esigere misure di compensazione per le maggiori emissioni. Non basteranno suggerimenti, ma serve – come richiesto dal Pac – un piano puntuale di azioni in cui sia previsto un ritorno per la collettività, considerata anche l’assenza di incrementi occupazionali”.
“L’azienda – suggerisce Legambiente – potrebbe, a sua scelta, ma in modo chiaro ed effettivo, investire sul trasporto sostenibile, munire i dipendenti di auto elettriche od istituire un servizio di autobus per gli spostamenti casa lavoro dei dipendenti, dotarsi di un tronchetto ferroviario da poter utilizzare per il trasporto delle merci, contribuire al finanziamento e all’implementazione del trasporto pubblico locale e scolastico, piantumare aree verdi, finanziare la ricerca di soluzioni per lo smaltimento degli scarti di produzione: tutte misure di compensazione ambientale eque a fronte del maggior sacrificio che si chiede ad un territorio già in estrema difficoltà”.