Mallegni: “Pirogassificatore, se positivo per il territorio va fatto”. E lancia la sfida: “Ora si esprima anche il senatore Marcucci”

martedì, 13 febbraio 2018, 19:25

di tommaso boggi

Si è tenuta oggi l’apertura della sede elettorale di Forza Italia a Fornaci di Barga alla presenza di Massimo Mallegni, imprenditore, per tre volte primo cittadino del comune di Pietrasanta e candidato al collegio di Lucca, Massa Carrara, Prato, Pistoia e Firenze per FI.

Mallegni quale è il risultato che Forza Italia si aspetta di ottenere in questo collegio?

Noi dobbiamo dare in questa zona un segnale forte, perché dopo tanti anni per la prima volta è stata candidata una persona che vive all’interno del collegio il che è una cosa rara. Vengo da Pietrasanta, di cui sono stato sindaco, e crediamo che la proposta affidata ad un amministratore del territorio sia ottima, visto che come sindaco della mia città ho avuto modo di conoscere i dettagli di tutta la provincia di Lucca e non solo: i problemi della Mediavalle e Garfagnana, i problemi per quanto riguarda il livello sanitario, lo smaltimento dei rifiuti, la problematica degli assi viari attualmente inesistenti per il collegamento con la Versilia o quantomeno non ancora studiati e sviluppati per un turismo moderno che possa far sviluppare il territorio dal comune di Vagli fino a Forte dei Marmi.

Quali sono quindi le proposte che mette in campo?

Oggi senza le ferrovie, senza i trasporti non si va da nessuna parte: la realtà della Mediavalle e Garfagnana hanno dimostrato di avere imprenditori di altissimo livello nonostante le scarsissime infrastrutture che ne hanno impedito uno sviluppo che sarebbe probabilmente stato dieci volte quello attuale. Dobbiamo stimolare, anche se è una competenza regionale, l’accentramento a livello nazionale della sanità, visto che in una delle regioni che avrebbe dovuto essere l’eccellenza nel paese, in particolare questa nostra provincia, si stanno affrontando numerose difficoltà, incontro gente tutti i giorni gente che ha difficoltà a prendere un appuntamento per una risonanza magnetica, per un’ecografia o per un semplice esame del sangue.

Cosa ne pensa quindi della sanità?

Il sistema sanitario nazionale deve essere accentrato, dobbiamo smettere di avere venti sanità diverse ed averne una sola, in merito al contesto territoriale si parla di ospedale unico da queste parti da moltissimo tempo, in questo momento abbiamo due presidi e nessuno dei due sta dando delle risposte immediate. Si mettono assieme la scarsità dei trasporti viari, una sanità che ormai sembra essere diventata turistica, ovvero per fare una visita ortopedica devo andare in un ospedale, una radiografia in un altro a 70 km, se si deve fare una visita neurologica di deve andare a Livorno e via dicendo, problema questo che va a gravare sulle persone anziane,  a tutto ciò si aggunge anche l’aumento vertiginoso dei costi dei trasporti sanitari. Tutto questo in una realtà piccola come questa che ha espresso un parlamentare di riferimento e mi chiedo, con il rispetto che ho per tutti, come in una zona come questa, conosciuta e ben conosciuta da questo parlamentare che ne conosce i luoghi, le persone ed i sindaci di cui molte volte ne condiziona anche l’elezione, manchi tutta una serie di servizi che io quando sono stato sindaco in Versilia non mi sono mai lamentato ma se fossi stato da queste parti mi sarei strappato i capelli. Credo che l’esperienza di chi ha fatto per tre volte il sindaco che fa l’imprenditore potrebbe essere un viatico per mettere apposto quelli che qualcuno chiama “dettagli” ma che per me sono importanti.

La possibilità di trasformazione in un centro di produzione di energia a Pulper della KME come è vista da Forza Italia?

Più che come è vista da Forza Italia o da me bisogna vedere come è vista dalla gente di questo territorio: dobbiamo capire quale è l’interesse della comunità. Io vengo da un’esperienza difficile, nella mia città c’era un termovalorizzatore in cui si bruciavano rifiuti e noi abbiamo portato avanti una battaglia per portare alla chiusura di quell’impianto e ne siamo usciti vincitori. Questo perché ARPAT (Agenzia Regionale Per la Tutela dell’Ambiente) ha detto che quell’impianto andava chiuso, qui c’è da capire soltanto questo e lo dico in modo chiaro e non da una posizione ideologica o per partito preso: la KME occupa 500-600 persone, l’azienda ha un piano industriale? La settimana prossima incontrerò i vertici dell’azienda, voglio parlare con loro, voglio capire quale è il loro piano industriale per avere un punto di vista il più pragmatico possibile. Lo dico subito: se questo territorio può ospitare un nuovo impianto, che dal punto di vista ambientale non crea problemi o ne crea meno di quelli che vi sono attualmente con la produzione di leghe metalliche,  l’unica risposta che dobbiamo dare è quella che daranno l’ARPAT e l’ARS (Agenzia Regionale della Sanità) su quale sarà l’impatto sulla popolazione. Se l’impatto è negativo la risposta è no, se l’impatto non è negativo bisognerà fare come fanno tutti gli amministratori: chiamare la gente, spiegargli il progetto e se si potrà realizzare portare avanti i lavori con il consenso del popolo, col consenso del territorio. Qui lancio una sfida: io vorrei che il mio avversario esprimesse il suo punto di vista, io voglio conoscere il punto di vista di Andrea Marcucci, come soddisfazione personale. Se riesco a conoscerlo prima di venerdì bene, altrimenti venerdì lo incontrerò in una trasmissione televisiva e glielo chiederò di persona, quindi io vorrei dopodomani il suo punto di vista. Il mio punto di vista è che se la cosa è positiva per il territorio va fatta, se è negativa non va assolutamente fatta, se sapremo che la cosa è positiva va realizzata e va fatto il più velocemente possibile per non perdere nemmeno un posto di lavoro. Però la priorità è la salute della gente. Quindi noi siamo in trepidante attesa del punto di vista dell’uomo del monte, visto che l’uomo del mare il suo lo ha già detto.

Riguardo agli ospedali della zona?

Io vengo da un territorio che aveva 5 ospedale, passammo all’ospedale unico e fu un successo con 600 posti letto, le specialità, le sale operatorie all’avanguardia e specialisti di altissimo livello che dal 2002 fino a 4 anni fa hanno caratterizzato la sanità della Versilia. Oggi i posti letto sono dimezzati, specialità scomparse, sale operatorie chiuse al 50%, diagnostica che stenta a funzionare, il CUP (Centro Unico di Prenotazione) in tilt, pronto soccorso che solo ultimamente con il nuovo primario ha dato un segno di miglioramento, anche in questo caso, con la presenza di un illustre parlamentare per ora in maggioranza ma tra qualche giorno necessariamente all’opposizione, ma ce lo vorranno dire quali sono le prospettive del terrtorio oppure fino al 5 marzo nessuno deve parlare e poi alla fine faranno come vogliono? Qui c’è un problema che non c’è in Versilia: i collegamenti. Se noi chiudiamo un presidio bisogna garantire nell’area quantomeno un centro di primo soccorso se vogliamo realizzare davvero un polo unico bisogna prima mettere in condizione le varie aree della Valle del Serchio di avere accesso immediatamente al primo soccorso, mentre non è garantita nemmeno la presenza di un medico a bordo delle ambulanze, se uno ha un malanno a Vagli e deve andare a Lucca perché le specialità non sono nè a Castelnuovo né a Barga le uniche che ci guadagnano sono le pompe funebri.

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