Il “Progetto” KME

Dopo tanta attesa è stato pubblicato il mega-progetto di KME sul sito della Regione Toscana, dando il via all’iter amministrativo di 180 giorni per l’approvazione o meno dello stesso.

Come annunciato più volte, il progetto promette un miglioramento dell’impatto ambientale dello stabilimento attraverso lo spegnimento dei forni a gas (già spenti da anni, per la cronaca), ma anche con una forte riduzione degli inquinanti emessi dai forni elettrici tramite interventi sui punti di emissione e sui sistemi di abbattimento per ridurre la concentrazione degli inquinanti; il calcolo delle emissioni viene fatto in base alla produzione fusoria autorizzata allo stabilimento, cioè 252.000 tons in entrambi gli scenari, presente e futuro.

Domanda: questi interventi non erano possibili e forse addirittura opportuni comunque, indipendentemente dal progetto e soprattutto dal gassificatore? E perché fare un calcolo di emissioni basato su un quantitativo di produzione fusoria così alto? Ricordiamo infatti che la produzione di prodotto finito nel 2018 dovrebbe chiudere attorno alle 60.000 tonnellate e l’obiettivo dichiarato più volte e ribadito anche nel progetto stesso, sono 80.000 tonnellate, ha davvero senso quindi ipotizzare nei calcoli delle emissioni una produzione di fonderia così alta? Ha senso poi calcolare tutto a parità di produzione quando l’aumento di produzione è una delle caratteristiche salienti del progetto? Quanto questi calcoli rappresentano davvero la realtà attuale e il probabile scenario futuro?

Ma veniamo al gassificatore; lungi dall’essere un impianto dalle prestazioni emissive di avanguardia, come era stato detto anche grazie al processo di combustione a due stadi, se andiamo a vedere la lista degli inquinanti in AIA scopriamo che sono esattamente gli stessi degli inceneritori tradizionali e anche nelle concentrazioni non ci sono rilevanti differenze rispetto a quelle che troviamo negli inceneritori a combustione diretta attualmente operanti (es. Brescia).

Qualcuno, tempo fa, aveva detto che questo impianto era in grado di “eliminare le diossine”: speriamo che abbia letto il valore di emissione garantito in AIA, che riporta la misura di 0,04 nanogrammi/mc; per la cronaca gli inceneritori tradizionali tanto bistrattati a confronto di questo impianto gioiello, hanno valori anche di 0,025 ng/mc garantiti (esempio quello di Bolzano) mentre in genere le emissioni dichiarate effettive sono quasi sempre sotto gli 0,01 ng/mc; se poi si moltiplica questa concentrazione per i 118.184 mc all’ora emessi dal camino a doppia canna si ottiene una quantità giornaliera di diossine immessa in aria di ben 113.000 ng; a questa quantità andrebbero poi aggiunti anche i PCB-DL cioè quelli detti “diossina simili” che hanno la stessa tossicità delle diossine e arriviamo a 170.000 ng giornalieri di composti diossina simili; non male considerando che il limite massimo di consumo giornaliero raccomandato per una persona di 70 kg di peso non dovrebbe superare gli 0,14 ng e quindi questa quantità corrisponde a quella massima giornaliera di 1.200.000 persone; ma niente paura ! Come ci assicura lo studio sulla dispersione degli inquinanti confezionato per KME dalla Ramboll Italy, società di Roma, questo quantitativo si disperderà velocemente nella nostra valle, battuta dal vento e non soggetta a particolari fenomeni di ristagno e deposizione umida e quindi le concentrazioni al suolo di diossina saranno del tutto entro i limiti di legge e non porranno alcun problema! Domanda:  questi signori hanno verificato adeguatamente le condizioni ventose e di riciclo aria nella nostra valle? A occhio nutriamo qualche dubbio!

Ci sarebbero tante cose di cui parlare, ad esempio i 19 camion in più al giorno che percorreranno la fondovalle, anche se KME ci informa che sta studiando l’utilizzo di mezzi “ibridi o elettrici”; camion da 28 tonnellate dotati magari in futuro di mega batterie che trasporteranno il buon pulper o, alla bisogna, anche un po’ di scarti del tessile e, perché no, anche gli assorbenti, ché non dobbiamo farci mancare nulla; oppure ci piacerebbe sapere la destinazione delle circa 20.000 tonnellate l’anno di ceneri e scorie dichiarate di cui quasi la metà classificate come rifiuti pericolosi perché, si badi bene, agli amanti degli inceneritori le discariche non piacciono e allora ne creano anche di rifiuti speciali; è inquietante poi constatare come il particolato generato dal gassificatore sia per l’87% PM 2.5 cioè fine e ultrafine, quindi quello più tossico; ma del resto, come dicono quelli di Ramboll, “qualora tutte le polveri aerodisperse avessero una granulometria inferiore a 2.5 micron, i valori ottenuti risulterebbero conformi anche al limite di legge annuale”. Il concetto inespresso in questo inciso parrebbe a noi riassumibile in questi termini:  “poco importa se il particolato fine e ultrafine è molto più pericoloso per la salute, se pesa di meno e mi fa rientrare nel limite di peso al mc, ben venga”!

Fermiamoci qui, ci sembra abbastanza. La Libellula continuerà a lottare strenuamente, assieme alla gente e a tutti coloro che vorranno aiutarci, affinché un tale obbrobrio non venga mai realizzato nella nostra Valle; continueranno quindi le serate informative tra cui quella di venerdì 16 a Pescaglia e la raccolta firme; inoltre stiamo già raggruppando esperti per le osservazioni da fare a questo bel “progetto”. Perché, al contrario di qualcun altro, e a maggior ragione leggendo il progetto, siamo sempre più convinti che il pirogassificatore peggiorerà la qualità di vita della Valle, senza ombra di dubbio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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