Il tunnel apuano è un sogno che nasce già vecchio
Il tunnel apuano è un sogno che nasce già vecchio
L’idea del presidente Giani del tunnel sotto le Apuane meridionali per creare una direttissima Garfagnana-Versilia, se trasformata in un progetto reale, costituirebbe una grande opera dall’enorme impatto sugli ecosistemi apuani, già martoriati dall’escavazione del marmo; ennesima minaccia alle risorse idriche sotterranee di cui le Apuane costituiscono un’immensa riserva, vitale per i territori limitrofi. Pertanto più che un ‘sogno’ ci sembra un incubo male interpretato e molto vintage, che ci riporta al progetto del traforo della Tambura, in passato più volte annunciato come di imminente realizzazione dal sindaco di Vagli Mario Puglia, con l’appoggio dell’allora ministro alle infrastrutture Altero Mattioli.
In questo momento di crisi ecologica e climatica in cui c’è un estremo bisogno di guardare al futuro con idee dirompenti, a zero impatto ambientale, in grado di dimostrarsi sostenibili al 100%, i mega-trafori, che sconvolgono la geografia, la geologia e la vocazione dei luoghi, ci appaiono del tutto fuori luogo. La Valle del Serchio, molto soggetta ai dissesti idrogeologici, avrebbe piuttosto necessità di rafforzare la resilienza territoriale, attraverso opere di messa in sicurezza e manutenzione costanti, di migliorare la rete stradale ed escursionistica già esistente, di potenziare i servizi su rotaie per far diminuire il traffico su gomma. Avrebbe bisogno di progetti di comunità e digitalizzazione in grado di attirare di nuovo la popolazione verso i borghi di montagna ormai spopolati, rianimando i servizi e le antiche vocazioni agricole e silvo-pastorali, questi ultimi elementi fondamentali anche per il comparto turistico. Come sottolineammo per il progetto del pirogassificatore KME, per un comprensorio che sceglie la strada del turismo sostenibile e la qualità anche in campo agro-alimentare, si addicono politiche industriali e di mobilità assolutamente non contrastanti con i principi di tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio.
Pertanto ci auguriamo che il presidente Giani e la sua giunta facciano ‘sogni’ migliori del tunnel apuano, da cui trarre progetti adeguati a esaltare il valore delle aree interne quale la Garfagnana è, non a deprimerlo. Ora che non ha più senso guardare la montagna da un’ottica urbana, con finalità ‘assistenzialiste’, auspichiamo che l’ennesimo disegno di mobilità veloce su gomma lasci il campo a visioni ‘‘più lente, più profonde e più dolci’’ che meglio si addicono alla vocazione di questi territori montani, peraltro compresi fra un parco regionale (Apuane) e nazionale (Appennino tosco-emiliano).