Supportate la nostra petizione!
La nostra associazione ha sottoposto una petizione al Parlamento Europeo, riguardante il PRB (Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche) ora chiamato PREC (Piano Regionale per l’Economia Circolare). La nostra opinione, che chiediamo di valutare, è che la Regione Toscana stia interpretando a propria discrezione le normative europee, vanificando di fatto i principi che le hanno ispirate. Nello specifico, esiste un principio a livello comunitario denominato DNSH (Do Not Significant Harm – Non arrecare un danno significativo) che dichiara esplicitamente che la programmazione all’interno della Comunità Europea non deve arrecare danno ad alcuno degli obiettivi individuati dal Regolamento UE 2020/852.
Questi obiettivi parlano, ad esempio, di riduzione della produzione di rifiuti, riduzione delle pratiche di incenerimento, riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Il PRB/PREC ha, tra gli altri, il compito di stabilire i criteri di localizzazione dei nuovi impianti di trattamento rifiuti. Vengono a questo proposito indicati dei cosiddetti Criteri escludenti (che impediscono la realizzazione dell’impianto), Criteri penalizzanti (che non hanno, come i precedenti, valore di vincolo assoluto, ma evidenziano possibili criticità) e Criteri preferenziali (che evidenziano al contrario situazioni favorevoli ad ospitare impianti).
Nei documenti del Piano, si nota che i criteri escludenti sono alquanto ridotti rispetto ai Piani degli anni precedenti. Non solo: nel documento di piano denominato “Relazione piano regionale di gestione dei rifiuti” al capitolo 18, dove vengono indicati i criteri di localizzazione per gli impianti di gestione dei rifiuti, al paragrafo 18.1.13 si legge: «Alle seguenti casistiche non si applicano i criteri escludenti di localizzazione di cui al presente capitolo 18…» e nell’elenco che segue, al punto 8 si ha «localizzazione dell’impianto in area con destinazione urbanistica industriale/produttiva». In pratica, in aree urbanistiche definite “industriali” i criteri di localizzazione (che dovrebbero rispettare i principi comunitari di cui sopra) vengono aggirati!
Questa, a nostro avviso, è una palese incongruenza con i principi che hanno ispirato la normativa europea. Perciò abbiamo chiesto al Parlamento Europeo di esaminare la questione. La petizione che abbiamo inviato è stata accolta ed inserita nel portale del Parlamento, che potete consultare (In lingua inglese).
A questo link potete scaricare (in italiano) il testo da noi inviato al Parlamento Europeo.
COSA ACCADE ORA?
La petizione si trova nello status di “Available for supporters” (Disponibile per i sostenitori). Significa che chiunque intenda appoggiare questa petizione, può iscriversi al portale del Parlamento Europeo, per chiedere di essere aggiornato via mail sugli sviluppi futuri della petizione. E’ un gesto semplice che non comporta alcun impegno da parte vostra, che darebbe forza alla nostra petizione.
Vi chiediamo di supportare la nostra petizione, iscrivendovi al portale. Seguendo questo link vi apparirà una pagina dove, se non siete registrati, vi verrà proposto di registrarvi. Una volta completata la registrazione ed effettuato il LOGIN, dovreste poter accedere (tramite il solito link) alla pagina della petizione, nella quale dovrete cliccare sul pulsante “Support“. Tutto qui.
Vi chiediamo anche di divulgare questa iniziativa tra i vostri contatti, in modo da avere il maggior numero possibile di sostenitori.
Ringraziamo anticipatamente quanti vorranno sostenere la nostra iniziativa.