Pirogassificatore, gli esperti bocciano l’ipotesi: “La politica decida da che parte stare”
Barga : fornaci di barga
martedì, 23 gennaio 2018, 00:37
di andrea cosimini
Posti in piedi, come era prevedibile, al cinema Puccini di Fornaci di Barga per il tanto atteso incontro pubblico “Non bruciamo il futuro” organizzato dal gruppo per l’ambiente “La Libellula”. Presenti, oltre che tantissimi cittadini, anche molte autorità politiche della Valle del Serchio, rappresentanti del sindacato, lavoratori e dirigenti dell’azienda Kme.
Al centro del dibattito gli aspetti sanitari e ambientali, i rischi dell’incenerimento e le alternative indicate dalla comunità europea, ma soprattutto l’ipotesi dell’azienda Kme di realizzare un impianto di smaltimento pulper, o “pirogassificatore”, a Fornaci di Barga per ridurre i costi energetici.
A rompere il ghiaccio è stato proprio il Sindaco di Barga Marco Bonini che ha introdotto l’evento cercando subito di indirizzarlo nella direzione del sano e costruttivo confronto. “Non avevo dubbi sulla presenza di così tanta gente stasera – ha esordito il Sindaco -. E’ senza dubbio una serata positiva che ci aiuterà a capire meglio questo, nemmeno progetto, ma “intento” dell’azienda Kme di Fornaci di Barga. Una serata informativa. Credo infatti che la parola “dialogo” sia la più importante quando si tratta una tematica come questa”.
Dopo il primo cittadino, la parola è passata ad un rappresentante del gruppo organizzatore dell’evento, “La Libellula”, che ha descritto le origini del movimento, le finalità e i suoi principi di azione. “Il nostro gruppo – ha spiegato – è nato il 12 giugno 2017 quando, già allora, erano trapelate alcune informazioni circa il progetto di Kme. In questo gruppo poi sono entrati a far parte altre persone che erano già state attive in altri comitati che si erano battuti per tematiche simili in Valle del Serchio. Ci teniamo, fin da ora, a ribadire che la nostra ottica non è, e non sarà mai, in contraddizione con l’occupazione locale. Crediamo però che ci sia un’industria “pulita” e una più “sporca”, con la quale però vogliamo dialogare. Non vogliamo assolutamente alimentare contrapposizioni tra i lavoratori dei vari settori, ma vogliamo sempre e comunque basarci sull’informazione scientifica”.
Il primo dei tre relatori ad intervenire, quindi, è stato il professor Annibale Biggeri, ordinario di statistica a Firenze, il quale ha ripercorso in breve la storia dell’industrializzazione del ‘900 in Valle del Serchio e gli effetti delle esposizioni sulla popolazione.
“In Mediavalle del Serchio, statisticamente, – ha dichiarato – si registra un eccesso rispetto alla media regionale di tumori ai polmoni (specie nelle donne), malattie cardio-circolatorie e respiratorie. Una menzione a parte, poi, va fatta per le malattie renali per le quali non bisogna ricorrere alle statistiche di mortalità ma ai ricoveri ospedalieri. Se si lega questi dati alla crescita di industrie nella zona è chiaro che può esserci un collegamento con la presenza di metalli pesanti nell’aria”.
Il secondo relatore è stato Paul Connett, attivista ambientale e professore (in pensione) di chimica e tossicologia, che ha parlato degli aspetti negativi dell’incenerimento, ma anche di quelli, forse peggiori, della gassificazione.
“Vorrei intanto dire – ha esordito – che i cambiamenti importanti non verranno dall’alto, ma dalla gente che vuole proteggere e tutelare i propri figli. Per questo bisogna tornare a parlarne nelle comunità. Ma perché non bruciare rifiuti localmente? Primo, l’incenerimento non è positivo per il turismo. Secondo, gli inceneritori emettono sostanze molto tossiche che causano problemi di respirazione ed emettono metalli pesanti che danneggiano il cervello, specie nei più piccoli. Terzo, bruciare rifiuti produce diossine che si accumulano nei grassi e che, nel caso delle donne, vengono trasmesse ai feti”.
“Passando alla gassificazione infine – ha concluso Connett – anche in questo caso parliamo di inceneritori, perché gli step sono due: prima di trasforma il materiale solido in gas, poi il gas viene bruciato. Questi impianti però non hanno mai funzionato. L’azienda che vuole progettare di costruire un pirogassificatore a Fornaci non lo ha mai sperimentato in altre parti del mondo. A voi spetterebbe quindi il ruolo di cavie. Non vi fate ingannare, non fate diventare Barga una “città della discarica”.
Terzo, ed ultimo, intervento è stato quello di Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori, leader nazionale del movimento “Rifiuti Zero”. Il suo monologo è stato introdotto da un filmato sul progetto Eco-Pulplast incentrato sul recupero sostenibile in lucchesia dello scarto industriale non differenziato (“pulper”).
“La volontà – ha spiegato Ercolini – è di recuperare lo scarto di pulper (formato da acqua, plastiche etorogenee e fibre di cellulosa) sotto forma di materia invece che di energia. La priorità è infatti il recupero di materia prima in un’epoca di mancanza di risorse. Le operazioni di pre-trattamento e trattamento dello scarto di pulper potrebbero occupare, solo da noi, fino a quaranta addetti. Non cadiamo quindi nella facile provocazione di mettere contro lavoratori e popolazione. Infine, visto che siamo in campagna elettorale, chiedo ai sindaci della valle di prendere una posizione netta sui “rifiuti zero” senza stare, per convenienza, con un piede in due scarpe”.
La parte finale dell’incontro è stata dedicata agli interventi del pubblico. Il primo a parlare è stato Marco Bertoncini, amministratore della pagina Facebook “No al pirogassificatore a Fornaci di Barga”, che ha fatto un appello al buon senso perché si tuteli la salute dei cittadini. Il secondo è stato Giacomo Giannarelli, uno dei consiglieri del M5S in Toscana, che ha dichiarato di sposare a pieno la filosofia dell’economia circolare. Il terzo è stato Alessandro Adami, dipendente di Kme, che ha parlato di cosa ha rappresentato nel male, ma soprattutto nel bene, Kme in questa valle. Il quarto è stato Luca Menghinelli di Fornoli, facente parte del comitato contro Alce di qualche anno fa, che ha chiesto cosa rappresenti realmente questo progetto presentato dall’azienda. Il quinto, infine, è stato Mauro Andolfo che ha richiesto fortemente un intervento sulla questione anche da parte dell’azienda Kme.
Richiesta che è stata subito accettata dall’amministratore delegato di Kme Italy, Claudio Pinassi, presente in sala in rappresentanza dell’azienda.
“Innanzitutto – ha chiarito Pinassi – la nostra azienda è una di quelle che più fanno economia circolare perché cerchiamo di massimizzare il riciclo dei rottami. Per quanto riguarda il progetto, ci siamo posti un tema: come fare per ridurre il costo dell’energia elettrica ed essere più competitivi? Abbiamo quindi deciso di auto-produrci l’energia per alimentare i nostri forni elettrici a induzione elettromagnetica senza creare alcun business se non quello che è il nostro “core business”, ovvero la metallurgia e la lavorazione del rame, per cui siamo un’eccellenza. Il punto da cui partiamo però è quello di migliorare le emissioni perché siano inferiori rispetto a quelle attualmente autorizzate. Ci tengo a sottolineare che non saremo mai concorrenti del progetto Eco-Pulplast, a prescindere dal progetto che sceglieremo, ma mi sento di contestare fermamente il pensiero per cui la nostra azienda, qua in valle, voglia imbrogliare, avvelenare o addirittura uccidere qualcuno”.
Causa anche il dilungarsi di alcuni interventi, la serata è proseguita fino a notte fonda, facendosi sempre più accesa tra il pubblico.