Le Risposte dei Candidati a Sindaco
LE RISPOSTE
DEI CANDIDATI ALLA CARICA DI SINDACO
DEL COMUNE DI BARGA
Ecco le risposte pervenuteci dai quattro candidati a Sindaco. Per ogni domanda riportiamo le risposte dei candidati, in ordine alfabetico.
LA SITUAZIONE SANITARIA
Il giorno 3 ottobre 2018 l’Agenzia Regionale della Sanità in un incontro pubblico tenutosi a Barga ha reso pubblici i dati su mortalità e ricoveri nella Valle del Serchio, come da documento allegato e pubblicato sul sito dell’Agenzia stessa che, in sintesi, evidenzia per alcune patologie, eccessi significativi di mortalità nell’area osservata, rispetto alle medie regionali. Tra gli altri si ricordano i seguenti dati:
Dove:
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Gli indicatori colorati (SMR e SHR) identificano, posta a 100 la media regionale, gli eccessi (se >100) ed i difetti (se < 100) di casi riscontrati in Valle per ogni patologia indicata.
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Il dato Casi attribuibili, indica il numero di decessi o ricoveri osservati in Valle nel periodo indicato, che si sarebbero potuti evitare se l’incidenza della patologia si fosse mantenuta a livello della media regionale.
Domanda n° 1:
Ritenete che i suddetti dati siano autorevoli, sufficientemente chiari ed esaustivi, al fine di evidenziare la situazione sanitaria attuale della Valle, e quindi anche del comune di Barga?
CAMPANI:
I dati presentati dall’Agenzia Regionale Sanità sono frutto di un lavoro nel quale sono stati individuati un set di indicatori per evidenziare gli aspetti sociali e sanitari di ogni zona. Tali indicatori hanno la caratteristica di avere una solidità metodologica, l’essere sintetici e confrontabili, in modo da permettere alle singole zone di contestualizzare il proprio dato all’interno del territorio nel quale si trovano. Ogni dato per singola zona, è poi rapportato alla media regionale ed alla media delle tre aree vaste in cui è suddivisa la Regione Toscana, questo permette di confrontare la propria zona con le altre, per aiutare ad interpretare il dato alla luce di quanto avviene al di fuori dei propri confini. Tali dati risultano pertanto autorevoli, chiari ed esaustivi nel dare una fotografia delle principali caratteristiche, dinamiche e criticità di un territorio da un punto di vista degli aspetti sanitari.
FENIELLO:
Si. No. I dati dell’Agenzia Regionale della Sanità, riportati nella tabella allegata alla domanda, confermano purtroppo quanto già da tempo si sapeva e si temeva sugli eccessi di mortalità e ricoveri nell’area rispetto le medie regionali. Consideriamo questi dati autorevoli anche se non chiari e esaustivi. Sono dati statistici che non rilevano l’effettiva gravità, che non mappano all’interno del nostro territorio la distribuzione di tali patologie anche se ci risultano aree che presentano particolari incidenze e che quindi necessiterebbero di specifici approfondimenti. Non c’è nessun riferimento, neppure ipotetico, tra gli eccessi delle patologie rilevate e le cause di possibile o possibili innesco/inneschi. In sostanza e in sintesi non riteniamo affatto sufficiente, tantomeno esaustivo, il complesso dei dati forniti dall’Agenzia Regionale della Sanità. Per queste ragioni sinteticamente esposte, nel nostro Programma è contenuta la seguente azione:
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Promuovere costanti analisi epidemiologiche per monitorare lo stato di salute della popolazione e verificare le eventuali connessioni tra inquinanti, malattie tumorali e cardiovascolari già evidenziate in precedenti studi.
MASTRONALDI:
La rilevazione è senza dubbio esaustiva nell’evidenziare un dato di mortalità e morbosità molto elevato nella Valle del Serchio, al di sopra della media regionale. Considerando che lo stile di vita nella valle non è poi cosi` lontano da quello del resto della regione ed addirittura in certi casi migliore con la dieta fortificata dall’assunzione di prodotti coltivati in loco e con la possibilità di fare esercizio fisico in un ambiente per lo più rurale, per comprendere le ragioni di questi dati si ritiene che sia necessario integrarli attraverso un sistema di monitoraggio in termini di incidenza, prevalenza e mortalità delle malattie strettamente correlate all’inquinamento ambientale.
SIMONINI:
Ritengo, che i dati dell’agenzia Regionale della Sanità, siano autorevoli, ma come tutti i dati statistici vanno interpretati da persone ed enti competenti, per valutarne l’effettivo significato.
Domanda n° 2:
Ricordando che il Sindaco è il primo responsabile della salute pubblica dei propri cittadini, alla luce di quanto sopra si chiede:
Ritenete che il futuro Sindaco del comune di Barga abbia il dovere, appena eletto, di utilizzare TUTTI gli strumenti a disposizione (tra cui gli strumenti di programmazione urbanistica e/o paesaggistica, il regolamento di igiene e sanità, etc.) al fine di:
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mitigare gli effetti sanitari sopra riscontrati;
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indagare ulteriormente le correlazioni tra cause (soprattutto ambientali) ed effetti;
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mettere in atto programmi di prevenzione;
il tutto coinvolgendo direttamente associazioni e cittadini nel più ampio spirito democratico e partecipativo, nonché avvalendosi del supporto di esponenti del mondo accademico e scientifico, locali e non, al fine di garantire una ricerca scientifica trasparente e condivisa?
CAMPANI:
Si, è indispensabile utilizzare tutti gli strumenti a disposizione. Si ritiene che per promuovere azioni dimquesto genere si sia una stretta sinergia tra i Comuni e l’Azienda Sanitaria. In particolare si segnala come oggi i piani strutturali ed i vari regolamenti siano molto importanti per la tutela dell’ambiente e che siano strumenti esito di percorsi condivisi con gli Enti di vario grado (Regione, Provincia, Comuni limitrofi, ecc.). In tali strumenti sono contenute anche importanti disposizioni normative relative alla sostenibilità ambientale. Ogni anno in sede di Conferenza dei Sindaci viene elaborato, in collaborazione con l’Azienda USL, un documento, Programma Operativo Annuale, nel quale vengono rielaborati i dati forniti da ARS, non solo per quanto riguarda i dati di mortalità, ma anche dati demografici, sui determinanti di salute, sullo stato della popolazione, sulla cronicità, la non autosufficienza, la salute mentale, la prevenzione, la farmaceutica. E’ auspicabile, al fine di mitigare, indagare maggiormente le correlazioni che ci sono tra causa ed effetto e mettere in atto programmi di prevenzione, una maggiore interazione tra gli strumenti messi in campo dall’azienda sanitaria e quellia disposizione dell’ente comune. Lo stato di salute e benessere della popolazione è dipeso da diversi fattori, dall’ambiente agli stili di vita, a fattori genetici, ma vi influiscono anche le politiche urbanistiche, le condizioni di lavoro nonché le politiche economiche.
FENIELLO:
Certamente Si su tutti i punti. Sottolineiamo in particolare l’importanza non solo di utilizzare gli strumenti di programmazione e di pianificazione del territorio per rispondere alle diverse esigenze sopra richiamate, ma per creare le basi normative e di assetto territoriale di mitigazione sul presente e di impedimento futuro all’insediamento e sviluppo di attività e utilizzo dell’ambiente contrarie allo sviluppo sostenibile nella sua più stretta accezione, a tutela prioritaria della salute dei cittadini. Inseriamo su questo ampio tema alcuni punti specifici estratti dal nostro Programma:
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Piano Strutturale Comunale. E’ uno strumento molto ampio e importante di gestione del territorio e delle sue attività, che vanno dall’urbanistica sia abitativa che produttiva, al sistema infrastrutturale, alla tutela dell’integrità fisica e ambientale, alle scelte strategiche. L’attuale Piano Strutturale Comunale a breve sostituito dal Piano Strutturale Intercomunale dell’Unione dei Comune contiene elementi d’impostazione e programmatici, linee d’indirizzo, ecc, pertanto la futura amministrazione dovrà predisporre il Piano Operativo Comunale all’interno del quale specificare bene, ove possibile, le invarianti strutturali che vanno ad identificare quelle aree da tutelare e salvaguardare (queste sconosciute sono una sorta di DNA del nostro territorio).-
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Il nostro impegno al riguardo sarà che vi sia una reale e produttiva partecipazione della cittadinanza sotto forma di contributi ed osservazioni, promuovendo la presentazione delle osservazioni da parte di categorie di cittadini (professionisti, commercianti, associazioni) anziché del singolo, in quanto rispondenti ad esigenze generali e condivise.
Questo aspetto della partecipazione della cittadinanza costituisce un punto essenziale del nostro programma in tutti gli ambiti ed in particolare, data la valenza, sull’ambiente. Riportiamo pertanto anche il seguente punto specifico:
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Istituzione della Consulta per l’Ambiente con funzioni consultive, di proposta e di operatività del sistema ambiente e dello sviluppo sostenibile, attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento attivo dei diversi soggetti con l’Amministrazione Comunale. Della Consulta faranno parte rappresentanti delle istituzioni ambientali, enti e associazioni di settore, comitati dei cittadini stabilmente costituiti e operanti nel territorio comunale.
MASTRONALDI:
E’ necessario porre al centro dell’azione politica la protezione e promozione della salute della popolazione per garantire il benessere degli individui e la sostenibilità dell’ambiente in cui vivono. Tenendo conto dei dati già a disposizione su morbilità e mortalità riscontrate nella zona, sarà necessario dotare il comune di strumenti di monitoraggio delle sostanze inquinanti, organizzare progetti di studio volti a trovare eventuali correlazioni tra l’inquinamento e le patologie più diffuse e porre in essere tutte le azioni che possano prevenire o comunque mitigare gli effetti delle sostanze patogene. Deve essere adottata una progettualità che pensi ad un futuro migliore per la nostra zona e la sua popolazione. Strumenti come la programmazione urbanistica comunale e sovracomunale attualmente in fase di adozione con il regolamento di igene saranno necessari, per esempio, per individuare aree specifiche adatte e lontane da centri abitati per la realizzazione di opere/attività potenzialmente inquinanti o addirittura per disporrne la loro dismissione. Inoltre, visto che l’inquinamento non rispetta i confini amministrativi dei vari comuni, sarà importante coinvolgere le amministrazioni di tutti i comuni limitrofi nonchè tutti i cittadini, le associazioni e gli esponenti del mondo scientifico ed accademico.Lo strumento di pianificazione sovracomunale (piano strutturale intercomunale) è già una chiara espressione urbanistica di questo coinvolgimento e di questa volontà politica, trattando il territorio nel suo insieme, composto da vari comuni e non come pianificazione del comune singolo.
SIMONINI:
Trovo la domanda, così come posta, poco chiara e pericolosa, in quanto, certamente il Sindaco deve capire cosa è migliorabile, ma con gli organi competenti e addetti alla protezione e tutela ambientale.
Domanda n° 3:
Ricordando che:
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il comune di Barga, assieme ai comuni di Borgo a Mozzano, Coreglia Antelminelli, Gallicano, Fosciandora, Pieve Fosciana e Fabbriche di Vergemoli ha dichiarato nel marzo del 2018 la sua disponibilità alla partecipazione ai bandi di finanziamento comunitari europei Horizon 2020, nello specifico nell’ambito del progetto CitieS Health, condotto dalla Società per l’Epidemiologia e la Prevenzione “Giulio A. Maccacaro” impresa sociale srl di Firenze, rappresentata dal Prof. Annibale Biggeri, in collaborazione con il Gruppo per l’ambiente La Libellula;
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la comunità europea ha accolto positivamente la candidatura dell’area dei 7 suddetti comuni alla partecipazione al progetto in oggetto, accordando il finanziamento relativo, che sarà gestito direttamente dalle suddette associazioni e dai cittadini, nello spirito di partecipazione che caratterizza il progetto stesso;
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l’oggetto principale del progetto è la ricerca scientifica condotta secondo i principi della cosiddetta Citizen Science, che nel nostro caso riguarderà appunto la raccolta di dati sanitari (mediante l’offerta di analisi mediche gratuite) ed ambientali (ad esempio implementando la rete di centraline auto-gestite per il monitoraggio della qualità dell’aria);
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il suddetto progetto avrà una durata di 3 anni (da gennaio 2019 a dicembre 2021), e quindi ricadrà totalmente all’interno del mandato dell’amministrazione comunale designata dalle prossime elezioni amministrative;
si chiede:
Ritenete che il futuro Sindaco debba garantire la collaborazione dell’amministrazione comunale alle associazioni incaricate dal progetto CitieS Health, adoperandosi per:
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favorire occasioni di incontro e confronto sui temi del progetto;
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mettere a disposizione eventuali spazi necessari alle suddette;
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mettere a disposizione canali informativi istituzionali per divulgare tali temi;
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impegnarsi ad ospitare almeno 1 centralina di monitoraggio della qualità dell’aria presso una delle sedi degli uffici comunali, come già è stato fatto da altri comuni della Valle del Serchio?
CAMPANI:
Sarebbe auspicabile istituire una cabina di regia tra i vari enti ed associazioni interessate. Disponibilità a individuare spazi, a mettere a disposizione canali informativi istituzionali e ad ospitare la centralina fissa. Individuazione di una figura all’interno dell’ente che possa seguire in modo specifico tale progetto.
FENIELLO:
Certamente Si su tutti i punti richiamati. Perché questo progetto s’inserisce direttamente e si collega con tutti i punti e le azioni richiamate nel Programma. Come da Voi riportato, “l’oggetto principale del progetto è la ricerca scientifica condotta secondo i principi della cosiddetta Citizen Science, che riguarderà appunto la raccolta di dati sanitari ed ambientali”, costituendo pertanto un applicativo in linea con quanto riportato nella risposta alla domanda n° 1.
MASTRONALDI:
L’unione fa la forza, quindi iniziative di collaborazione fra l’amministrazione comunale e vari enti ed associazioni sarà benvenuta. Il modello Healthy Cities, città sane, può essere esteso ad una dimensione maggiore, quella dell’intera “valle del bello e del buono” come la definiva Giovanni Pascoli. Si potrà quindi strutturare un nuovo modello, coinvolgendo tutti i comuni limitrofi, quello della Healthy Valley, valle sana, valle del benessere, proprio in considerazione della stretta correlazione e legame tra le varie parti del territorio costituenti la valle del Serchio, che va ben oltre il confine comunale di Barga. Non si vedono problemi per favorire questa collaborazione in tutte le maniere possibili, partendo dal realizzare incontri e confronti su questi temi fino ad arrivare alla importante istallazione di almeno una centralina ufficiale fissa (in aggiunta a quelle ufficiose realizzate dai cittadini) per il monitoraggio della qualità dell’aria in un punto strategico del territorio comunale, centralina che rilevi e trasmetta tutti I dati riguardanti la qualità dell’aria con continuità temporale. Inoltre si dovrebbe anche pensare ad una centralina mobile da ubicare periodicamente in altre aree sensibili del territorio comunale allo scopo di integrare il lavoro di quella fissa. I risultati di queste operazioni verrano poi utilizzati per trovare una eventuale correlazione fra la qualità dell’aria e varie patologie.
SIMONINI:
Ritengo utile ogni attività di confronto, rimanendo e non prevaricando come detto gli organi preposti e competenti. Sicuramente come Sindaco mi adopererei per avere una centralina di monitoraggio, gestita da Arpat e non da privati cittadini.
LA SITUAZIONE AMBIENTALE
La qualità dell’aria in Valle del Serchio è notoriamente compromessa. Rilievi Arpat effettuati negli anni scorsi con mezzo mobile nel territorio comunale, unitamente ai dati della postazione fissa di rilevamento di Fornoli hanno evidenziato continui sforamenti su alcuni degli inquinanti monitorati, in particolar modo il particolato sospeso (PM10).
Il comune di Barga attualmente non rientra nell’elenco dei comuni obbligati all’adozione dei PAC o piani di risanamento della qualità dell’aria (obbligo che invece riguarda, ad esempio, i comuni di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca). Il motivo dell’esclusione del nostro comune, come da tempo la nostra associazione afferma, è da ricercarsi in un errore formale in una delibera regionale, ad oggi mai sanato.1 Il Piano Strutturale Intercomunale dell’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio, ha evidenziato l’incongruenza di fondo dei 5 comuni dell’Unione, proponendo tra le linee guida, l’estensione dell’obbligo dei PAC almeno ai comuni che insistono sul fondovalle.
Domanda n° 4:
Ritenete che la futura amministrazione debba volontariamente redigere un PAC?
CAMPANI:
Per quanto riguarda il PAC (Piano Azione Comunale), il Piano Strutturale Intercomunale, recependo quanto evidenziato al Cap. G. 2.1 del Rapporto Ambientale -obiettivo di sostenibilità “Tutela qualitativa della risorsa e riduzione delle emissioni in atmosfera”, prevede l’estensione della redazione e della cogenza del PAC su tutti i Comuni della Media Valle del Serchio. E’ importante infatti riuscire a redigere i PAC in sinergia con i comuni limitrofi per avere un’azione congiunta che permetterebbe, di sfruttare ulteriormente le sinergie avviate, evitando la duplicazione di procedimenti e istruttorie, consentendo di unificare le modalitàdi attuazione. Vi sono azioni che potranno essere portate avanti direttamente da ogni singolo comune, altre, che per loro complessità e per una maggiore efficacia, presuppongono sinergie più ampie.
FENIELLO:
Certamente Si. L’argomento è importante e da noi conosciuto, anche direttamente, nei suoi diversi aspetti normativi e procedurali. Le Vostre premesse alla domanda e le relative specifiche sono la sintesi che ha portato “erroneamente”, ma secondo noi non solo, al declassamento del nostro Comune da Zona D a Zona B, sollevandolo dall’obbligo di redigere il PAC in quanto area non considerata dalla Regione ad alta criticità ambientale. Riportiamo i seguenti punti aggregati del nostro programma:
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Collegamento con la Programmazione Intercomunale e con la Programmazione Regionale per la richiesta di estensione dell’area ad alta criticità da inquinanti in atmosfera al nostro Comune, così come recentemente attivato in altri Comuni della Media Valle del Serchio, vedasi Bagni di Lucca. Il Comune dovrà presentarsi nei confronti della Regione come parte interessata e parte lesa per la non applicazione completa della specifica zonizzazione sulla qualità dell’aria, cosa che ha ingiustamente e assurdamente tolto il Comune di Barga dalle aree critiche. Quindi (specifico ulteriore punto di Programma), applicazione del Piano di Azione Comunale al nostro territorio per il controllo/gestione della qualità dell’aria ambiente.
Pertanto attiveremo il PAC in parallelo e in contemporanea con la richiesta di riconoscimento che presenteremo alla Regione.
MASTRONALDI:
Redigere e implementare un piano di risanamento aria (PAC) sarà un impegno notevole ma improrogabile. I risultati di inquinamento dell’aria già ottenuti (eccessi di inquinamento specialmente nei mesi invernali) indicano chiaramente l’esistenza di problematiche in questo campo. Se questi dati dovessero essere confermati da ulteriori misure fatte sia da ARPAT che dalla centralina potenzialmente istallata dal comune in futuro, si pensa che sarà necessario dotarsi di un PAC in quanto in esso sarebbero contenute le misure per intervenire sia in materia di mobilità (ztl, zone a divieto assoluto di transito veicolare, promozione di servizio di trasporto pubblico attraverso incentivi a privati ), di energia (incentivi per la riduzione delle emissioni degli impianti termici, per l’ottimizzazione delle capacità termiche degli edifici etc.) e di comunicazione (educazione ed informazione ambientale soprattutto nelle scuole ma anche tra la popolazione). Un esempio virtuoso di PAC intercomunale da seguire potrebbe essere il Piano di Azione Comunale Area Valdinievole dove troviamo un piano di risanamento della qualità dell’aria sovracomunale che ha coinvolto i comuni di codesta area. Stesso virtuosismo potrebbe essere quello di Barga che coinvolge in un PAC unico i comuni della valle.
SIMONINI:
Tutto è fattibile, se finalizzato a limitare il rischio dei superamenti dei valori obiettivi e delle soglie di allarme, ovviamente dopo un’attenta analisi con gli organi addetti alla tutela e protezione ambientale.
Domanda n° 5:
Ritenete che la futura amministrazione debba impegnarsi, in occasione della prossima revisione della normativa regionale sulla qualità dell’aria (2020) in modo da ottenere l’assegnazione di una postazione fissa di rilevamento ARPAT sul territorio comunale?
CAMPANI:
La revisione della normativa rappresenta una importante occasione per il nostro comune. La revisione delle ubicazioni potrà permettere l’installazione di una postazione fissa di rilevamento, l’esito di un monitoraggio continuo è propedeutico e necessario per procedere anche alla realizzazione del PAC.
FENIELLO:
Certamente Si. Perché la domanda segue il percorso precedentemente riportato pur in breve cenno. Quindi il PAC, ma in prima battuta l’assegnazione di una postazione fissa di rilevamento sul territorio. A seguire lo specifico punto di Programma:
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Installazione di una centralina fissa a Fornaci di Barga per il campionamento costante della qualità dell’aria.
MASTRONALDI:
Sicuramente la futura amministrazione comunale dovra` impegnarsi per migliorare la qualita` dell’aria, in special modo in posti che subiscono il deleterio inquinamento da attività industriali insalubri e dovrà porre in essere una richiesta perentoria ad ARPAT per l’assegnazione di una centralina fissa di rilevamento in almeno un luogo strategico del territorio comunale. Annuciamo già da ora che ci impegneremo fortemente per ottenere l’istallazione e messa in funzione di suddetta centralina ARPAT in tempi brevissimi, rendendo noti i dati rilevati in tempo reale sui social e su display posti in vari punti strategici del territorio comunale e nelle scuole, al fine sensibilizzare ulteriormente la popolazione e soprattutto i giovani, qualora ce ne fosse ancora bisogno.
SIMONINI:
Domanda in contraddizione con le precedenti, quasi a chiedere aprioristicamente di superare gli organi competenti, con associazioni, esperti, esponenti del mondo accademico ecc. Successivamente però, si pone se disponibili a chiedere l’assegnazione di una postazione fissa di rilevamento Arpat per la prossima revisione della normativa?
Domanda n° 6:
Nell’ambito di una causa civile intentata negli scorsi anni da un cittadino di Fornaci di Barga contro KME Italy per inquinamento acustico e contaminazione dei suoli, ARPAT ha effettuato alcuni campionamenti su terreni di proprietà del suddetto, rilevando quantitativi di cadmio, mercurio, rame, stagno e zinco superiori ai limiti di legge.
Ad oggi la bonifica di tale sito non è ancora stata effettuata. Arpat ha inoltre rilevato la possibilità di una contaminazione della falda sottostante alcuni terreni di proprietà di KME.
Ritenete che la futura amministrazione debba impegnarsi a realizzare, anche mediante coinvolgimento di enti terzi competenti (ad es. università), una analisi ulteriore (o “caratterizzazione”) dei terreni di tutto il territorio comunale, onde stabilire se esistono livelli significativi di contaminazione dei suoli e delle acque?
CAMPANI:
La caratterizzazione dell’intero territorio comunale va gestita in relazione all’ubicazione ed alla vicinanza a potenziali centri di inquinamento ed al confronto con le proprietà private. Sarebbe opportuno attivare un progetto-campione mirato ad esaminare le aree più a rischio e, in base agli esiti ottenuti, definire poi l’estensione alle aree contigue. E’ stata richiesta nelle osservazioni, anche da Arpat la caratterizzazione del suolo oggetto dell’impianto del pirogassificatore. Si segnala che sempre il vigente Regolamento Urbanistico all’ art.23 prevede l’accertamento del risanamento delle situazioni di degrado ambientale e antropico rilevate, a cui è subordinata l’effettuazione di interventi di trasformazione urbanistico-edilizie.
FENIELLO:
La domanda si collega direttamente con il progetto KME e con le richieste di chiarimento e di integrazioni avanzate dalla Regione sul procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) relativamente al progetto, per dirla in breve, di costruzione del pirogassificatore. Questo recente documento regionale del 15/04/19 segna un punto importante nella vicenda istruttoria, ponendo numerosi rilievi alla documentazione presentata dall’azienda. In particolare, attenendoci al tema, e in base al contributo fornito da ARPAT sulla contaminazione dei suoli in bonifica, nel documento citato si dice testualmente che “…non si può escludere a priori la contaminazione dei suoli anche da parte di deposizione al suolo degli inquinanti contenuti nei fumi emessi…, tant’è che dovrà essere svolta una valutazione del livello di contaminazione presente nelle acque sotterranee e nel suolo dell’area KME nel suo complesso allo scopo di proporre interventi di mitigazione” e altre specifiche molto importanti. Tutte le integrazioni dovranno essere presentate nei prossimi mesi da KME alla Regione, istruite e rese note, riaprendo nuovamente i termini per le osservazioni e i contributi di tutti i soggetti interessati. Quindi in questa fase e in considerazione di questa nuova e importantissima situazione, riteniamo che il Comune debba seguire costantemente l’evoluzione istruttoria per essere pronto ad agire in funzione delle risultanze che acquisirà al termine di questa seconda fase. Chiaramente, se risulteranno compromessi, in termini d’inquinanti, i suoli dell’area KME come richiesto dalle integrazioni regionali, dovrà necessariamente prendere avvio una analoga verifica nei diversi territori del Comune per valutare il grado di inquinamento e di compromissione degli stessi.
MASTRONALDI:
La presenza di inquinanti, in special modo metalli pesanti, è già stata confermata sia nei territori circostanti KME sia nelle falde acquifere sottostanti lo stabilimento. Per questo motivo, l’amministrazione si impegnerà per esigere l’attuazione di un piano perentorio di riduzione di tale inquinamento, iniziando con il richiedere l’istallazione di appositi meccanismi di filtraggio sugli scarichi odierni dello stabilimento e continuando con la richiesta di un piano fattivo ed a breve termine per la rimozione dal luogo dei terreni e manufatti inquinati. In nessun caso questa amministrazione concederà permessi per costruzioni o attività che possano peggiorare l’inquinamento delle falde acquifere sottostanti lo stabilimento. Questo vale sia per l’attuazione di scassi nel terreno dovuti alla costruzione di nuovi grandi edifici che per la rimozione di coperture esistenti atte a dimunire l’infiltrazione di inquinanti nel terreno, nel fiume o nelle suddette falde acquifere. Il tutto non si limiterà allo stabilimento KME, ma si estenderà ad altre realtà industriali esistenti nel comune, oltre a vecchie strutture dismesse che costituiscono potenziale inquinante per le falde ma anche un grosso impatto a carattere ambientale.
SIMONINI:
Se fosse ritirato il progetto del pirogassificatore, questo comitato chiederebbe ugualmente le analisi dei terreni e delle falde acquifere?. In alternativa così come posta la domanda, si chiede una mappature ai fini della realizzazione del pirogassificatore?. Dal mio punto di vista è impossibile avere una mappatura completa di tutto il territorio Comunale.
IL PIROGASSIFICATORE
L’iter autorizzativo regionale per il progetto del pirogassificatore presentato da KME è attualmente in corso. Il comune di Barga, assieme ad altri, sarà convocato in conferenza dei servizi al termine della procedura di VIA (non è ancora stato stabilito se tale conferenza avverrà in modalità sincrona od asincrona).
Il Tar Lazio sezione Latina con sentenza n.819 del 20092 si è pronunciato in relazione al dissenso espresso da un Sindaco con apposito parere sanitario all’interno della procedura di autorizzazione integrata ambientale (AIA) per un progetto analogo a quello del nostro comune. Il Tar Lazio ha stabilito quanto segue:
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Il Parere Sanitario è di competenza del Sindaco e non della Giunta perché rientra nelle sue competenze di massima Autorità Sanitaria e quindi non puòessere rilasciato dal Dirigente;
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Il Parere Sanitario non può essere superato dal Parere dell’Arpa nella Conferenza dei Servizi propedeutica alla decisione finale sull’AIA;
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Il Parere Sanitario, eventualmente negativo, del Sindaco può essere di ostacolo al rilascio della AIA dopo la conclusione della Conferenza dei Servizi.
Tutto ciò premesso si chiede:
Domanda n° 7:
Ritenete che il Sindaco debba esprimere in conferenza dei servizi un parere sanitario negativo al progetto del pirogassificatore KME?
CAMPANI:
Il Sindaco sarà chiamato ad esprimere il parere sanitario relativamente al procedimento AIA nell’ambito della Conferenza servizi, nel procedimento AIA infatti, è espressamente richiamato questo parere (art.29 quater del D.Lgs. 152/06 ). Tra le integrazioni richieste dal comune a KME c’è la VIS, Valutazione di impatto sanitario, che potrà essere utilizzata per supportare le motivazioni del parere sanitario negativo.
FENIELLO:
Si. Concordiamo sulla premessa da Voi posta, quindi sulle possibilità che ha il Sindaco di esprimere il Parere Sanitario in ambito di conferenza dei servizi. Però questo parere non può essere generico ma deve essere supportato da dati/documentazioni, cioè da un parere sanitario che abbia valore specifico. Da qui discende l’importanza di avviare immediatamente l’analisi epidemiologica di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione e verificare le eventuali connessioni tra inquinanti, malattie tumorali e cardiovascolari già evidenziate in precedenti studi. Anzi, in epoca precedente candidatura, il cittadino Feniello, aveva consigliato al Sindaco di approvare una norma nel regolamento d’igiene per vietare la realizzazione di tali impianti. Sarebbe bastata una seduta consiliare per approvare e/o non approvare la norma ma questo non è stato fatto. Anzi non è stata portata nemmeno in discussione in consiglio Comunale con la benedizione da parte dei consiglieri di opposizione.
MASTRONALDI:
Non esiste maniera che un impianto di combustione dei rifiuti delle dimensioni proposte da KME possa non inquinare anche se realizzato con le migliori tecnologie esistenti, come confermato anche dai dati contenuti nel progetto che KME ha presentato in Regione per l’ottenimento dell’autorizzazione. Il sicuro aumento dell’inquinamento con conseguente peggioramento della già precaria situazione di salute esistente in valle, l’indesiderabile incremento di traffico pesante, le ricadute negative su turismo ed occupazione del territorio e,non ultimo, la notevole diminuzione del valore degli immobiliche la costruzione e messa in funzione di questo enorme impianto insalubre causerebbe, sono i motivi per i quali questa nostra amministrazione, qualora venga eletta, conferma già da ora la sua ferma ed irrevocabile opposizione alla realizzazione di tale rischioso progetto impegnandosi a contrastarlo in ogni maniera ed in ogni sede legale, promuovendo tutte qulle azioni eventualmente necessarie a proprie spese, azioni che vedranno come attori il comune insieme a tutti quei cittadini del comune che vedranno minati i valori dei propri immobili, realizzati con il duro lavoro e con i sacrifici di una vita, ma soprattutto vedranno proprio minato il bene più importante ovvero la salute e di conseguenza la propria vita.
SIMONINI:
Non necessariamente e aprioristicamente.
Domanda n° 8:
Ritenete che il Sindaco, avendo la facoltà di farsi coadiuvare durante la conferenza dei servizi da personale tecnico esperto, debba condividere con cittadini ed associazioni, la scelta di tali esperti?
CAMPANI:
L’opinione dei cittadini e delle associazioni è sempre benvoluta dalle amministrazioni che, nell’ambito della propria autonomina decisionale, possono sempre ben accogliere suggerimenti e proposte e utilizzarle come un valido strumento di crescita e confronto. Da precisare che la legge prevede un unico soggetto abilitato ad esprimere definitivamente ed in modo univoco e vincolante la posizione dell’ente, i pareri per l’Ente vengono firmati da un tecnico dipendente del comune, non sono ammessi soggetti esterni. Da un punto di vista della preparazione dei contenuti che verranno discussi nella suddetta Conferenza, oltre agli esperti che stanno seguendo la procedura, ed hanno la conoscenza del percorso portato avanti fino a questo momento, ben vengano suggerimenti o proposte.
FENIELLO:
Si/No. Nei progetti sottoposto a valutazione di impatto ambientale (VIA) regionale decisoria tutti gli atti vengono acquisiti in una conferenza di servizi che è convocata direttamente in modalità simultanea. Ogni Ente interessato è rappresentato da un unico soggetto a ciò incaricato. In questo caso , a mio parere, non si configurerebbe l’ipotesi posta in domanda, cioè della possibilità per il Sindaco di farsi coadiuvare da personale tecnico esperto. Ma, per rispondere comunque alla domanda, riteniamo che in casi come questo, di grande rilevanza, sia giusto che l’Amministrazione si interfacci con la cittadinanza (ad esempio nell’ambito della Consulta per l’ Ambiente) per rendere noti ed eventualmente condividere i criteri di scelta di tecnici/esperti. Ma la scelta finale compete all’Amministrazione che, di fatto, se ne assume la responsabilità.
MASTRONALDI:
Come già detto sopra, l’unione fa la forza e l’amministrazione incoraggerà e darà il benvenuto a chiunque, cittadini, esperti, tecnici, associazioni, enti, amministrazioni confinanti e chiunque voglia impegnarsi a sostenerne le scelte, contrarie alla realizzazione dell’enorme pirogassificatore KME. Condividere con i cittadini è un obbligo, condividere e unire le forze con le associazioni piuttosto che con tutti i soggetti che si sono prodigati fino ad ora per lo studio e la ricerca delle problematiche inerenti alla realizzazione del pirogassificatore è doveroso, anche perchè avvantaggia l’amministrazione con un lavoro fatto che dura da più di un anno. Ben vengano quindi tanti esperti condivisi con queste associazioni che vadano a coadiuvare il futuro sindaco.
SIMONINI:
Si ribatte la non fiducia degli organi competenti. La Regione comunque in questo caso prevarrebbe sul regolamento urbanistico.
Domanda n° 9:
L’area in cui KME intende realizzare il pirogassificatore è classificata dal vigente regolamento urbanistico come “invariante strutturale”, vietando di fatto interventi di questo tipo, che quindi necessiterebbero di una variante urbanistica.
Ritenete che la futura amministrazione debba negare la variante eventualmente richiesta dal proponente al fine di poter realizzare l’impianto?
CAMPANI:
Gli strumenti urbanistici comunali vigenti sono redatti in coerenza con altri strumenti urbanistici (provinciali e regionali – tra cui il PIT – PPR di valenza paesaggistica) che, anche come si evince dalle integrazioni richieste nel procedimento KME – sono perfettamente coerenti con i disposti degli strumenti urbanistici comunali e sovracomunali. La variante, che tra l’altro è già stata richiesta, presenta elementi di contrasto non solo rispetto agli strumenti urbanistici comunali ma anche a quelli sovracomunali. Elementi di contrasto riguardano sia la parte paesaggistica (tanto che l’apposita Commissione Intercomunale per il Paesaggio ha già espresso parere negativo, perché l’intervento rileva contrasti anche con il PIT-PPR regionale) che la parte urbanistica comunale, in quanto l’area soggetta all’ intervento contiene invarianti strutturali a valenza ambientale ed è soggetta a piano di recupero (in coerenza con le preesistenze di valore ivi individuate).
FENIELLO:
Il tema posto è estremamente attuale perché si collega direttamente con il progetto KME e con le richieste di chiarimento e di integrazioni avanzate dalla Regione sul procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA), come già citato per altre considerazioni, nella risposta n°6. Questa volta, la richiesta di chiarimento avanzata dalla Regione, è diretta al Comune di Barga e riguarda nello specifico l’area in cui KME intende realizzare il pirogassificatore (inceneritore) e la sua classifica nello strumento urbanistico comunale come invariante strutturale. Più chiaramente, mentre KME dichiara negli atti presentati per il procedimento che quest’area all’interno della quale verrà realizzato l’impianto, è identificata come una invariante strutturale ma non a valenza ambientale, il Comune di Barga ha notificato che invece trattasi di invariante strutturale a valenza ambientale. La differenza non è da poco perché da questo discende la possibilità o meno per KME di eseguire il progetto nell’area considerata. Quindi, in questa seconda fase istruttoria che si è aperta e che durerà diversi mesi, la Regione acquisirà le specifiche del Comune di Barga, unite alle altre integrazioni e chiarimenti. Successivamente tutti questi atti saranno pubblicati e si riaprirà una seconda fase per eventuali osservazioni e contributi relativamente alle documentazioni presentate. Riteniamo che la nuova Amministrazione che si insedierà, dovrà prendere atto del materiale inviato, seguire l’iter istruttorio e predisporre in anticipo sui tempi tutte le ulteriori documentazioni necessarie per impedire la realizzazione dell’impianto anche sulle ragioni urbanistiche richiamate e altre che nel frattempo potrebbero emergere. La risposta è pertanto un Si in quanto collegata a questo specifico procedimento, che ad oggi esclude, nella materia, altre possibili ipotesi.
MASTRONALDI:
Già da una prima valutazione del progetto che KME ha presentato in Regione si notano le enormi dimensioni, I criteri esteticamente discutibili, il posizionamento scellerato in aree fragili e di interesse paesaggistico dell’enorme struttura che KME vorrebbe imporre all’ambiente circostante ed ai suoi abitanti. Per questi motivi, questa amministrazione, in caso di elezione, ritiene opportuno negare ogni concessione e varianti del piano strutturale che possano permettere la costruzione di tale struttura. Il Comune ha diritto alla tutela nell’utilizzo del suolo comunale, nei limiti e nelle forme stabiliti dalla legge regionale e statale. Il contrasto con il diritto/dovere dei privati di sfruttare la proprietà non può risolversi nell’imporre al comune di adeguare lo strumento urbanistico alle esigenze di sfruttamento privato. Se sarà necessario il sindaco potrà anche far ricorso al TAR per poter sostenere questa posizione ma anche in tutte le sedi legali che riterrà opportune e necessarie per la tutela del territorio e della salute dei cittadini che lo eleggeranno e che rappresenta. Peraltro già il PIT regionale con valenza paesaggistica di sarebbe dovuto occupare appunto della tutela del paesaggio, ma nel caso di Barga questo sembra non sia avvenuto. Il piano intercomunale, in fase di approvazione, che vede coinvolti il comune di Barga insieme a quelli confinanti dell’unione dei comuni della media valle, non evidenzia il no secco ed inequivocabile a questo intervento. Noi cercheremo di fare in modo che non vi sia alcun dubbio in merito al no al pirogassificatore nella valle del Serchio.
SIMONINI:
Non necessariamente.
Domanda n° 10:
Molti enti locali si sono espressi sulla questione pirogassificatore evidenziando la necessità di istituire con l’azienda, con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, un tavolo di confronto per affrontare il problema del rilancio produttivo dello stabilimento KME, vagliando soluzioni energetiche alternative a quella avanzata. Appare evidente che il ruolo principale tra gli attori in questione, debba essere quello dell’amministrazione comunale di Barga.
Ritenete che la futura amministrazione debba impegnarsi concretamente nella istituzione di un tale tavolo di confronto, coinvolgendo nel processo anche i cittadini e le associazioni presenti sul territorio?
CAMPANI: Sì
FENIELLO:
Si. Riteniamo che il tavolo proposto sia giusto e corretto sia in termini politici, programmatici e di partecipazione attiva della cittadinanza attraverso il coinvolgimento diretto. Soprattutto in relazione ai tempi dilazionati che si prevedono per la definizione/conclusione dell’iter procedurale regionale relativo al progetto KME nei prossimi mesi, come già precedentemente accennato. Questo relativamente ampio margine temporale deve, secondo noi, servire anche con i Soggetti richiamati e altri direttamente interessati, a riaprire il confronto tra le parti sul problema del rilancio produttivo e della tutela occupazionale dello stabilimento KME.
MASTRONALDI:
L’istituzione di un tavolo di confronto sulla questione del fabbisogno energetico di KME sarà benvenuta, sia per valutare l’effettiva necessità di abbattere ulteriormente il costo per soddisfare tale fabbisogno, sia per valutare quali siano i metodi non inquinanti migliori per soddisfarlo. L’unione fa la forza, quindi non si vede perchè fra i vari soggettiche potranno partecipare a questo tavolo non debbano trovare posto rappresentanti sia delle associazioni ecologiche che operano nella valle sia della cittadinanza. Il tavolo di confronto potrebbe ricadere nella fattispecie dell’inchiesta pubblica ai sensi dell’art. 53 della L.R.10 del 12/02/2010, con l’impegno del Comune di assumersi gli oneri economici che ciò comporta in qualità di proponente. Questi tavoli di confronto dovevano già essere istituiti dall’amministraione uscente, prima delle decisioni scellerate prese dall’alto. Forse non saremmo arrivati a questo punto e forse un’altra soluzione soddisfacente per l’azienda KME sarebbe stata trovata.
SIMONINI:
La legge prevede già un iter partecipativo, come posso decidere un no, se già previsto dalla legge?!
Domanda n° 11:
Nel caso di vittoria alle urne della vostra lista, avete già un nome da proporre per la carica di assessore all’ambiente?
CAMPANI:
NO. Ci sono diverse persone all’interno della lista adatte per tale assessorato, dipenderà anche dall’esito delle votazioni.
FENIELLO:
No. La carica di Assessore all’Ambiente sarà formalizzata con nominativo dopo l’espletamento delle elezioni amministrative.
MASTRONALDI:
Non abbiamo alcun nome da proporre al momento attuale, perchè vista la delicatezza e l’importanza del ruolo stiamo valutando un eventuale assessorato esterno, scelto cioè al di fuori del novero dei consiglieri. Una figura che dia alte garanzie di competenza e professionalità che verrà individuata tenendo anche in considerazione le indicazioni delle associazioni e dei comitati che si sono fino ad oggi battuti contro il pirogassificatore. Qualche idea l’abbiamo maturata ma preferiamo confrontarci con le varie associazioni ad elezioni avvenute e rendere pubblico il nome condiviso al momento opportuno.
SIMONINI:
Ci sarà un Assessore o delegato speciale, ma un nominativo al momento è prematuro farlo.
Domanda n° 12:
I membri della vostra lista sono tutti contrari al progetto del pirogassificatore KME?
CAMPANI:
Tutti i contenuti del programma sono stati elaborati e condivisi da tutti i componenti della lista.
FENIELLO:
Si. In modo chiaro e ampiamente espresso nel Programma.
MASTRONALDI:
Si, è l’elemento imprescindibile ed aggregante della nostra lista, senza se e senza ma, senza alcun dubbio o ripensamento dell’ultima ora. Che non significa assolutamente essere contrari allo sviluppo della KME e all’occupazione, al contrario vogliamo occupazione sostenibile e sviluppo dell’azienda che tanto ha dato nella nostra valle. Uno sviluppo che deve andare però di pari passo con l’ambiente che la circonda e soprattutto con la salute di chi abita la valle.
SIMONINI:
Noi non siamo una lista a favore o contraria al Pirogassificatore. Tale requisito non è stato richiesto ai candidati. Abbiamo discusso le linee guida da tenere, che sono le stesse espresse da sempre dai partiti di lega e Forza Italia.
Domanda n° 13:
Ritenete che la futura amministrazione, in caso la Regione conceda l’autorizzazione all’impianto, debba impegnarsi ad intraprendere (eventualmente con altre amministrazioni lcoali) un ricorso al Tar?
CAMPANI:
SI. Non solo, nel caso in cui la Conferenza dei Servizi si chiudesse con posizioni prevalenti favorevoli, il sindaco, in quanto soggetto deputato alla tutela della salute pubblica, entro 10 giorni potrà proporre oppposizione al Presidente del Consiglio dei Ministri, con conseguente sospensione dell’efficacia della determinazione.
FENIELLO:
Si. Ci sono molte ragioni per ricorrere, eventualmente, al Tar, così come c’erano in occasione della deliberazione regionale 649/2018 che, di fatto dette avvio alla presentazione del progetto KME e a tutto quello che ne è seguito. Ma questo ricorso non venne presentato. Noi lo faremo anche perché il Tar può concedere la sospensiva in presenza di illegittimità procedurali cosa che non ha prodotto il ricorso al Presidente della Repubblica.
MASTRONALDI:
Dovesse la malaugurata scelta di KME di costruire un enorme impianto di smaltimento rifiuti in un luogo totalmente indatto a riceverlo, essere autorizzata, nonostante il parere negativo di numerosi enti e la volontà fortemente negativa al progetto espressa a piu` riprese dalla popolazione, la nostra amministrazione, qualora venisse eletta, si impegna già da ora ad intraprendere ogni azione di contrasto possibile, inclusi ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato ma anche valutando la possibilità di un procedimento in sede civile e in sede penale attraverso un esposto alla Procura della Repubblica. Chiaramente il Comune si assumerà i relativi costi.
SIMONINI:
I ricorsi al Tar si fanno dopo che l’atto amministrativo è stato pubblicato ed è in vigore. I vizi dell’atto amministrativo per cui si può chiedere l’annullamento sono: a) violazione di legge; b) eccesso di potere; c) incompetenza, cioè chi ha amato l’atto non aveva il potere di farlo.
IL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI E LA STRATEGIA RIFIUTI ZERO
Il comune di Barga con deliberazione n. 57 del 30/09/2013 ha aderito al protocollo “Rifiuti zero” entrando ufficialmente nella rete nazionale dei comuni Rifiuti zero (www.zerowasteitaly.org).
In questi anni, il procedimento di individuazione degli ambiti territoriali di area vasta (ATO) nell’ambito del piano regionale dei rifiuti, che prevederebbe l’ingresso del gestore unico per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, sta incontrando non pochi problemi e polemiche. In un panorama sempre meno chiaro, alcune amministrazioni (il caso a noi più vicino è Bagni di Lucca) hanno optato per la ripubblicizzazione del servizio di raccolta, costituendo società in-house. Indipendentemente da altri fattori, appare evidente che l’allontanamento della sede del gestore dalle comunità dei cittadini, come avverrebbe nell’ATO, determinerebbe una complicazione del dialogo che invece dovrebbe essere garantito e semplificato. Fatto salvo quanto stabilito dai contratti in essere, e nei limiti di una ragionevole gradualità, chiediamo
Domanda n° 14:
Ritenete che la futura amministrazione debba impegnarsi per valutare la possibilità di una eventuale ripubblicizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, coinvolgendo i cittadini stessi nel processo decisionale?
CAMPANI:
SI. Dalle ultime decisioni prese in sede di assemblea consortile di RETI AMBIENTE, è stato deciso di trasformare la suddetta società, di cui noi facciamo parte dal 2012 , da società mista pubblicoprivato in società interamente pubblica.
FENIELLO:
Si. E’ parte integrante del nostro programma, di cui si allega lo specifico punto:
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Promuovere una politica adeguata per dare concretezza al programma Rifiuti Zero con azioni mirate alla riduzione della produzione dei rifiuti, attraverso la definizione e adozione di un Programma Comunale che definisca attività e tempi per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione, condividendo con Associazioni di Categoria, Cittadini, Associazioni Ambientali eccetera, le attività e gli strumenti da adottare.
MASTRONALDI:
Nel caso di attivazione degli ambiti territoriali di area vasta (ATA) in riferimento al piano regionale di raccolta dei rifiuti con gestore unico e sede lontana dalla nostra comunità, può essere valutata dall’amministrazione comunale la ripubblicizzazione del servizio coinvolgendo in tutte le fasi decisionali i cittadini.
SIMONINI:
Sempre disponibili a migliorare lo stato attuale su ogni tematica.
Domanda n° 15:
L’esperienza dei Centri di Riparazione e Riuso si stanno dimostrando funzionanti (come il centro Daccapo dei comuni di Capannori e Lucca). In passato il comune di Barga aveva iniziato un percorso di valutazione condiviso con altri comuni della Media Valle, al fine di valutare la possibilità di creare un Centro di Riparazione e Riuso in valle, percorso che è stato poi interrotto.
Ritenete che la futura amministrazione debba riprendere il processo di valutazione per la creazione di un Centro di Riparazione e Riuso, possibilmente, ma non necessariamente, coinvolgendo le amministrazioni comunali limitrofe e/o l’Unione dei Comuni?
CAMPANI:
SI. Crediamo che il coinvolgimento dei Comuni limitrofi sia indispensabile, meglio ancora se fatto a livello di Unione dei Comuni.
FENIELLO:
SI. Su tutta la linea di domanda. Riportiamo il punto di programma:
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Promuovere insieme alle associazioni del volontariato delle Giornate per lo Scambio e il Riuso dei beni durevoli. Verificare possibilità e collaborazioni per la creazione di un centro comprensoriale per la riparazione e il riuso di tali beni.
MASTRONALDI:
Intendiamo adottare piani di gestione dei rifiuti sostenibili a lungo termine che prevedano pratiche come il riuso, recupero, riciclaggio e trattamento a freddo dei residui non riciclabili se possibile coinvolgendo le amministrazioni comunali limitrofe e/o l’ unione dei comuni. Si deve riconsiderare il ruolo del singolo comune come Barga e tutto quello che ha intorno. Il nuovo strumento urbanistico sovracomunale piuttosto che l’unione dei comuni impone decisioni concertate e condivise a più ampia scala, quindi coinvolgendo anche le realtà comunali vicine.
SIMONINI:
Come già detto, disponibili per ogni miglioria.
Domanda n° 16:
L’esperienza della raccolta differenziata nel comune di Barga ha portato negli ultimi anni a risultati degni di nota in termini di percentuali raggiunte. Purtroppo a questo non è seguito, come sarebbe stato auspicabile, una corrispondente riduzione della tariffa a carico dei cittadini.
Ritenete che la futura amministrazione debba adoperarsi, anche in termini di rinegoziazione dei contratti con le società di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, al fine di garantire incentivi economici (sconti sulla tariffa, bonus e simili) per premiare i cittadini virtuosi che si distinguono per una corretta ed elevata raccolta differenziata?
CAMPANI:
In questo senso intendiamo andare avanti secondo i criteri di equità che sono stati applicati in questi anni. La legge impone che il costo del servizio sia interamente a carico del cittadino, inteso come utenze domestiche e non domestiche. Il costo del servizio è composto dal costo della ditta per lo smaltimento rifiuti più i costi a carico del comune (postalizzazione, smaltimento amianto, spazzamento ecc…). In questi anni dal punto di vista delle utenze domestiche è stato applicato il principio , secondo le direttive europee, chi inquina di più paga di più, tanto che la tariffa è modulata, oltre che sui mq delle abitazioni, sul numero dei componenti. Sempre sulle utenze domestiche, in accordo con le OO.SS sono previste una serie di agevolazioni, dall’esonero, alla riduzione, al rimborso, tutte volte alla tutela con redditi bassi, e fasce deboli. Dal punto di vista degli esercizi commerciali, è stato applicato il criterio della o,pgenea potenzialità dei rifiuti, facoltà che era concessa dalla legge sulla TARI. Negli ultimi due anni si è avuta una disponibilità di circa € 6.000, che sono stati impiegati per abbattere la tassa agli esercizi commerciali che hanno aderito al progetto del Banco del non spreco. Un ulteriore passo in avanti può essere fatto, per una maggiore equità, attraverso l’applicazione della tariffa puntuale, applicabile solo per la parte non riciclabile.
FENIELLO:
SI. Come da seguente punto di programma
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Miglioramento della raccolta e dello smaltimento rifiuti attraverso il consolidamento della stessa raccolta differenziata tramite la riorganizzazione del piano economico-finanziario e della revisione della tabella dei servizi resi ai cittadini. Introduzione della riduzione dei costi in cartella ai cittadini in rapporto ai risultati del materiale raccolto/conferito/riciclato;
MASTRONALDI:
Visto il grande risultato ottenuto nel Comune di Barga nella differenziazione dei rifiuti pensiamo che sia corretto e utile effettuare una riduzione delle tariffe applicate al servizio, così facendo andremo a sensibilizzare ulteriormentei cittadini a comportamenti virtuosi, qualora ce ne fosse bisogno. Non ci dimentichiamo che Barga ha già ottenuto un grande risultato in termini di raccolta differenziata, superiore a tanti comuni vicini, per cui una diminuzione delle tariffe è auspicabile e doverosa.
SIMONINI:
Perché no.
Domanda n° 17:
Ritenete che la futura amministrazione debba adoperarsi, coinvolgendo eventualmente anche l’ASL per approfondire la questione del corretto smaltimento dei rifiuti ospedalieri, monitorando quanto accade nel presidio ospedaliero di Barga ed eventualmente proponendo interventi tesi a migliorare la raccolta e la differenziazione di tali rifiuti?
CAMPANI:
L’Azienda USl ha una procedura aziendale ben definita per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, definendone in ogni dettaglio le varie fasi, dalla fornitura dei materiali, allo smaltimento, al trasporto all’isola ecologica, alla gestione dell’isola ecologica, al conferimento dei rifiuti allo smaltitore finale. Proprio in questo periodo l’Azienda sta mettendo a punto tutta una serie di interventi per il miglioramento per i rifiuti solidi urbani.
FENIELLO:
Si. Il punto rientra, sia come impostazione che come collaborazioni, nel più ampio programma sui rifiuti di cui alle precedenti domande. Siamo sicuri che questo già avviene essendo l’ASL obbligata alla compilazione dei formulari per lo smaltimento di tali rifiuti pertanto il monitoraggio è un’azione semplice e doverosa.
MASTRONALDI:
La nostra lista ritiene che sia compito dell’amministrazione comunale verificare, coinvolgendo anche la ASL, che lo smaltimento dei rifiuti sanitari assimilabili agli urbani, prodotti dal Presidio Ospedaliero di Barga, avvenga nel rispetto delle normative vigenti, provvedendo, se necessario, a perfezionarne le modalità e a intensificare le procedure di controllo.
SIMONINI:
Perché no.
Domanda n° 18:
Ritenete che la futura amministrazione debba promuovere la divulgazione dell’edilizia sostenibile e dell’efficientamento energetico degli edifici residenziali, non solo creando occasioni di incontro e di approfondimento, ma anche prevedendo forme di incentivazione (ad esempio attraverso una rimodulazione degli oneri di urabnizzazione) al fine di ridurre l’impatto ambientale dell’edilizia privata?
CAMPANI:
L’articolo 18 del Regoalmento Urbanistico prevede già una serie di incentivi e disposizioni per favorire l’edilizia sostenibile e la bioedilizia e prevede che il Comune possa applicare premialità ed incentivi economici mediante la riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria proporzionalmente al livello di risparmio energetico attuato nell’edificio.
FENIELLO:
Si. Attraverso la formazione di specifici piani sui punti richiamati. Riportiamo tre specifici punti di programma:
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Incentivare l’edilizia sostenibile e l’efficienza energetica
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Agire per la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Realizzare pertanto sugli edifici pubblici impianti fotovoltaici per la produzione di energia e solari termici per la produzione di acqua calda, interessando con questi progetti anche le scuole comunali e gli impianti sportivi.
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L’efficientamento energetico degli edifici scolastici andrà a rappresentare uno dei punti centrali del PEAC (piano energetico ambientale comunale) che è parte integrante del nostro programma.
MASTRONALDI:
La nostra lista intende prevedere un reale incentivo alle tecniche sostenibili in edilizia che aumentino l’efficienza energetica degli edifici e prevedendo l’uso di materiali ecologici e non inquinanti, anche sottoforma di una rimodulazione e riduzione degli oneri di urbanizzazione. La nostra lista si propone inoltre di istituire all’interno della organizzazione amministrativa un apposito ufficio con il compito di occuparsi del reperimento delle risorse che derivano dai bandi europei destinati all’edilizia sostenibile e ove ci sia necessità di reperire le risorse per altri progetti, tutti all’insegna del risparmio energetico e tutela del territorio circostante. Spesso il cittadino singolo non è in grado di arrivare a questi incentivi, ma con l’aiuto di un’amministrazione attenta e coinvolgendo chi ha competenze in materia, si può accedere a finanziamenti ed incentivi che avranno inevitabilmente ricadute positive sul territorio non solo in termini ambientali ma anche in termini occupazionali e di crescita economica.
SIMONINI:
Perché no.
Domanda n° 19:
Ritenete che la futura amministrazione debba promuovere la divulgazione della mobilità sostenibile, sia adoperandosi per una migliore offerta di trasporti pubblici, sia stimolando iniziative di privati ed aziende (ad. es car sharing) per ridurre l’impatto ambientale del traffico veicolare?
CAMPANI:
Nell’ambito della mobilità sostenibile, crediamo che sia due le direttrici su cui lavorare, una che prevede azioni più specifiche a livello comunale, come l’installazione di colonnine di ricarica elettrica da collocare su diversi punti del territorio dove maggiormente si concentra il traffico e presso le stazioni ( da utilizzare per mezzi a trazione elettrica, come bici e auto, con lo scopo di promuovere un turismo che preveda un trasporto ecocompatibile), o come la sperimentazione di buone pratiche come pedibus; l’altra che prevede azioni in sinergia con tutti i Comuni, pensiamo soprattutto alla linea ferrovia Lucca Aulla, che presuppone una riflessione congiunta, per migliorare i tempi di percorrenza ed favorire il turismo.
FENIELLO:
Si. Sia in linea generale che specifica, come riportato nel punto di programma:
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Adozione di misure finalizzate a favorire la mobilità elettrica, sia pubblica che privata, come l’installazione di centraline di ricarica veloce di veicoli elettrici nei principali agglomerati del territorio comunale.
MASTRONALDI:
Considerate le caratteristiche della viabilità del nostro Comune, la nostra lista ritiene un obiettivo primario la realizzazione di una mobilità sostenibile tramite un aumento delle corse dei trasporti per il collegamento tra le varie frazioni e con le stazioni ferroviarie attraverso incentivi a quei privati che siano interessati ad assumersi la gestione del servizio con l’impego di mezzi a trazione elettrica. Interessante sarebbe anche sostenere ed incentivare la realizzazione di un servizio di “trasporto a chiamata”, anche in condivisione, gestito sempre da privati che vada ad integrare quello pubblico con un buon rapporto costo /prestazione. Il mezzo a chiamata potrebbe essere utilizzato anche per il trasporto delle merci.
SIMONINI:
Tutto è fattibile in considerazione del territorio dove viviamo.
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Note
1Con il D.Lgs. n.351/99 l’Italia recepisce le direttive europee 1996/62/CE sulla valutazione della qualità dell’aria. La Regione Toscana emana di conseguenza la D.G.R. n.1406 del 21/12/2001. In questo documento c’è una incomprensibile ed inaccettabile difformità tra il testo della delibera e gli allegati tecnici. I comuni di Barga e Bagni di Lucca, superando i limiti di legge per le emissioni di particolato (PM10), vengono classificati “ZONA D” negli allegati tecnici (rendendo obbligatoria la centralina di rilevamento e la redazione di un piano di risanamento da parte dell’amministrazione). Inspiegabilmente, nel testo della delibera, Barga e Bagni di Lucca scompaiono dall’elenco dei comuni da risanare, disattendendo palesemente le finalità della direttiva europea e dell’art. 1 d. lgs. n. 351/99, ovvero “stabilire gli obiettivi per la qualità dell’aria ambiente al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso”.
La deliberazione per il biennio successivo (D.G.R. n.1325 del 15 dicembre 2003 – che abroga la precedente D.G.R. n.1406/2001) aggiorna i rilevamenti con i nuovi dati. La precedente esclusione dei due comuni suddetti comporta la possibilità di ricorrere a modelli matematici anziché a misurazioni effettive, col risultato che i comuni vengono ora classificati “ZONA B” (nessun obbligo di centralina di rilevamento, nè di Piano di risanamento). Contestualmente, la centralina di rilevamento ubicata in piazza IV novembre a Fornaci di Barga negli anni 1995-1997, viene rimossa da Arpat perché l’amministrazione comunale non rinnova il permesso di occupazione del suolo pubblico, dovendo ripavimentare la piazza. Dal 1998 quindi – di fatto – non rispettiamo più la normativa vigente ed i cittadini non godono più della tutela della salute garantiti dalle già citate direttive europee e leggi nazionali. I cittadini, riuniti in un’associazione allora denominata “Tavolo per l’Ambiente Valle del Serchio” oggi non più operativa, hanno segnalato quanto sopra agli enti competenti. Mentre Provincia di Lucca e Arpat Lucca hanno mostrato ampia disponibilità nei loro confronti, i due enti direttamente responsabili (Comune di Barga e, soprattutto, Regione Toscana) non risposero mai.
Il D.Lgs. n. 155 del 13/08/2010 abroga il precedente D.Lgs n.351/99 introducendo nuovi criteri per la classificazione del territorio (demandata alle regioni). La Regione Toscana provvede con D.G.R. n. 1025 del 6/12/2010. Il territorio regionale non viene più analizzato comune per comune, ma suddiviso in 6 macro-aree, individuate sulla base delle caratteristiche morfologiche, meteorologiche e tenendo conto dei rilevamenti degli inquinanti dei 5 anni civili precedenti (che per Barga mancano dal 1998). “In caso di indisponibilità di dati – recita la normativa – la determinazione del superamento delle soglie degli inquinanti è effettuata attraverso l’utilizzo di misure indicative”. Questo meccanismo fa scomparire di fatto ogni criticità rilevata in passato per il comune di Barga, cancellando anche la palese inadempienza normativa. Barga viene fatta rientrare nella zona “collinare-montana”, che copre oltre 2/3 della Toscana e in cui abbiamo solo 4 centraline (Chitignano, Siena, Pomarance, Poggibonsi).
Su richiesta del Comune di Bagni di Lucca, Arpat ha effettuato rilevamenti con centralina mobile a Fornoli negli anni 2008-2009 che hanno evidenziato superamenti dei limiti di legge per il particolato (PM10 e PM2.5). In seguito, anche grazie all’interessamento di Legambiente, la Regione Toscana con D.G.R. n. 964 del 12/10/2015 provvede ad inserire la centralina di Fornoli nella Rete regionale di rilevamento, ammettendo che il territorio non era adeguatamente rappresentato (“gli studi per le aree della media valle del Serchio, data la loro peculiare conformazione orografica, hanno mostrato una limitata rappresentatività territoriale”).
2Si veda: https://notedimarcogrondacci.blogspot.com/2012/10/il-sindaco-puo-bloccare-il-carbone_16.html#more
3Il tavolo di confronto potrebbe ricadere nella fattispecie dell’Inchiesta Pubblica ai sensi dell’art 53 della L.Reg. 10 del 12.2.2010